Non pagare la bolletta dell’acqua, attraverso alcuni metodi legali, è possibile. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo come fare.
In seguito all’impatto del Covid sull’economia, molte persone si ritrovano, purtroppo, alle prese con una difficile gestione del bilancio famigliare. Far fronte alle varie spese risulta sempre più difficile e tra i costi che vanno ad incidere negativamente sul portafoglio si annoverano quelli per le bollette. Ne sono un chiaro esempio le bollette dell’acqua, con quest’ultima che si rivela essere indispensabile in ogni abitazione.
Elemento importante per le varie esigenze quotidiane, in alcuni casi ci si può ritrovare, inaspettatamente, di fronte ad una bolletta dal costo particolarmente elevato. Proprio per questo motivo è bene sapere come tutelare i propri diritti e soprattutto quando è possibile non pagare, utilizzando dei metodi legali. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Riuscire a difendersi da una bolletta dell’acqua troppo alta è possibile, l’importante è prestare attenzione ad alcuni accorgimenti. A tal fine è bene sapere che, in presenza di determinati motivi, è possibile impugnare l’ingiunzione di pagamento che dovesse provenire dal gestore del servizio idrico. Tra questi si annoverano la prescrizione, il criterio di calcolo della bolletta e la natura del soggetto che emette l’ingiunzione fiscale.
A proposito della prescrizione, ricordiamo che è biennale. Questo vuol dire che, trascorsi 2 anni dalla scadenza della bolletta o dall’ultima lettera di sollecito, l’ente non può pretendere alcun pagamento. Un altro motivo oggetto di contestazione può essere rappresentato dal criterio di calcolo. In particolare è bene sapere che il calcolo basato sui consumi stimati non è corretto.
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L’ente, invece, deve inviare, almeno una volta all’anno, dei delegati che effettuino la lettura effettiva. In tale circostanza, se arriva una bolletta particolarmente alta, il soggetto interessato può contestarla. Per finire consigliamo di prestare sempre attenzione alla legittimità del soggetto che emette l’ingiunzione fiscale di pagamento. In particolare viene considerata illegittima l’ingiunzione emessa da una società privata o mista. Gli unici a poter emettere un’ingiunzione fiscale, infatti, sono lo Stato e gli altri Enti Pubblici.