La Francia inaugura la strada della verifica fiscale via satellite. Tramite Google Maps (e l’intelligenza artificiale) si cerca di scovare i furbetti.
E se il Fisco scegliesse di combattere l’evasione sfruttando proprio le applicazioni più usate dalle persone? In parte già accade ma l’ultima trovata, arrivata direttamente dalla Francia, mette sul piatto un metodo anti-furbetti decisamente innovativo. Il Cavallo di Troia, in questo caso, sarebbe Google Maps, da utilizzare letteralmente per scovare gli evasori anche durante le loro vacanze estive. Il che, naturalmente, presuppone una sorta di Grande Fratello su tutta la schiera di contribuenti.
L’occhio si posa su tutto quello che, tendenzialmente, qualcuno può fare in vacanza. Ovvero recarsi in piscina, in una veranda con vista mozzafiato, a giocare a tennis e quant’altro. In sostanza, qualunque luogo che possa in qualche modo lasciar intendere un certo lusso rispetto alle condizioni di vita dichiarate. Google Maps, in tutto questo, rappresenta nient’altro che una parte dello strumento di vigilanza. In ballo c’è un algoritmo. Più correttamente, l’intelligenza artificiale.
Fisco e Google Maps: come si scovano gli evasori
Il piano del Ministero dell’Economia francese è basato su una sorta di collaborazione digitale. Tramite Google Maps e un software di rilevamento automatico, l’obiettivo è quello di individuare edifici e piscine abusive, identificando elementi di lusso insostenibili per le persone che ne fanno uso. Elementi che verranno quindi rilevati ad alta quota e sottoposti a controllo, così da verificare se siano stati o meno dichiarati (e quindi soggetti a tassazione). Qualora così non fosse, il proprietario dovrà regolare al più presto la sua situazione.
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Tecnologia e verifica fiscale, quindi, diventano sentieri sempre più intrecciati. La Francia punta forte sulle infrastrutture cloud e hosting, sia sui servizi per lo sviloppo di modelli sempre più sofisticati di intelligenza artificiale applicata al Fisco. Google Maps rappresenta solo una tessera del mosaico, visto che la stessa azienda ha messo in campo “open source” degli strumenti idonei allo scopo. La strategia francese sembra aver pagato: grazie alla nuova tecnologia, il governo è stato in grado di individuare tramite immagini satellitari delle evidenti divergenze fra dichiarazioni e risultanze. Ora bisognerà capire se, effettivamente, sono stati scovati dei furbetti o se l’algoritmo ha viaggiato sul suo margine di errore.