La paga di un prete: lo stipendio di un sacerdote
Una volta iniziato a tutti gli effetti il lavoro, viene calcolato lo stipendio e comincia la carriera. Ma chi è che firma le buste paghe? C’è un organo ben preciso preposto a questo compito ed è l’ICSC (Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero) che segue le indicazioni della CEI (la Conferenza Episcopale Italiana) che ha invece il compito di assegnare il “grado” di reddito di ogni ecclesiasta. All’inizio della carriera, un prete semplice percepisce circa 1.000 – 1.200,00€ al mese, per 12 mensilità, che possono variare di qualche centinaio di euro a seconda dell’esperienza, della località di lavoro e/o capacità singole dell’addetto. Può sembrare una cifra piuttosto esigua, ma il prete ha diritto anche a vitto e alloggio presso la struttura in cui opera, di conseguenza il risparmio su affitti e bollette diventa un guadagno a tutti gli effetti. Ci sono poi da considerare diversi tipi di bonus e agevolazioni, che rendono la vita di un prete più che soddisfacente dal punto di vista economico; e c’è da sottolineare che, tra le altre cose, la vocazione di un uomo di chiesa gli impone di effettuare molte rinunce, di non cedere al consumismo, indi per cui nella vita quotidiana sono previste certamente minori uscite di denaro rispetto ad altri tipi di… lavoratori.
Infine va segnalato anche il fatto che un prete può, oltre al suo lavoro per la Chiesa, fare insegnamento nelle scuole e ottenere altri incarichi – pagati però dagli enti per cui presta l’opera, quindi anche realtà private e Stato – e di conseguenza raggiungere uno stipendio mensile ancora più alto.
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Preti, suore, frati e vescovi: chi guadagna di più?
Come accennato all’inizio dell’articolo, esiste la carriera anche nel mondo religioso e ogni prete può ambire a crescere professionalmente; i risultati di anni di lavoro impegnativo vengono vissuti innanzitutto come il successo di una speciale missione, perché il sacerdote è prima di tutto una persona che ha deciso di dedicare la vita agli altri e di trarre il maggior beneficio dalle opere di bene fatte verso tutti i bisognosi. Ad ogni modo, dopo 5 anni di lavoro come sacerdote (e il raggiungimento di 35 anni di età) si può cominciare il percorso per diventare Vescovo e ottenere di conseguenza incarichi più prestigiosi e una paga che arriva a 3.000,00€ circa al mese. I Vescovi che manifestano la volontà di diventare Cardinale non dovranno seguire studi o corsi di formazione ma stringere rapporti stretti con i colleghi dell’ordine cattolico e sperare di venire nominati tali dal Papa; una volta raggiunto questo “grado” si arriva a percepire anche 5.000,00€ al mese.
Per quanto riguarda suore e frati, invece, non è prevista alcuna retribuzione; questo perché il “voto” da loro intrapreso si basa su castità, povertà e carità; ad ogni modo, è prevista la possibilità di “lavorare” presso strutture ospedaliere o scuole, così che possano ottenere il sostentamento basilare per vivere.
E il Papa? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il Papa non è colui che guadagna di più in assoluto: la paga media si aggira intorno ai 2.500,00€ al mese, ma naturalmente Sua Santità ottiene benefici sotto molteplici altre forme e, in più, può ricevere ulteriori risorse da un fondo alimentato da offerte, denominato Obolo di San Pietro. Tutto il Clero, in realtà, attinge a fonti alternative di reddito, possibili grazie alle donazioni dei liberi cittadini e all’8×1000.