Sono molteplici le variabili su quanto possa essere lo stipendio di uno psicologo ad oggi. Andiamo a scoprire qualcosa in più su un lavoro che si svolge prevalentemente “dietro le quinte” ma che negli ultimi anni ha assunto una maggior rilevanza, forse a causa del… logorio della vita moderna.
A livello europeo l’Italia sembra sempre dover inseguire primati e classifiche, ma per quanto riguarda la categoria professionale di Psicologi – parliamo naturalmente di quelli iscritti all’Ordine Nazionale – c’è una sorpresa: da molti anni siamo al primo posto per numero di professionisti della salute mentale per abitante. Come si spiega questo fatto? Andiamo a valutare qualche numero e dato ufficiale ripreso dai dati ISTAT: attualmente siamo intorno ai 100.000 psicologi operanti sul territorio, di cui la metà in possesso di specializzazione in Psicoterapia; a Roma, tanto per citare un esempio, siamo intorno a 1 psicologo ogni 300 abitanti, laddove la media italiana è di 1/500.
Di primo acchito potrebbe sembrare addirittura un esubero, ma vanno considerati diversi fattori; innanzitutto l’importanza di una figura professionale che può dare un enorme contributo nell’ambito del corretto sviluppo sociale di comparti che vanno dalla salute all’infanzia fino alla terza età, e che si rivela fondamentale soprattutto a livello di prevenzione; inoltre va sottolineato che lo psicologo non svolge solamente la mansione cui siamo tutti abituati a pensare, ovvero la costruzione di un percorso evolutivo dedicato al singolo individuo, ma offre strumenti e mezzi di contrasto al disagio a livello familiare, lavorativo e di assistenza sociale.
Ecco che a fronte di questa visione “allargata” della situazione, il numero effettivo di psicologi operanti in Italia si rivela addirittura insufficiente rispetto ai reali bisogni della comunità. Di fatto, vi è un’incoerenza strutturale di fondo che fa riflettere: non tanto sull’eccesso di figure professionali ma sulla mancanza di un utilizzo coerente di dette risorse, che spesso si ritrovano ad orientarsi verso mansioni/lavori per i quali è richiesta competenza psicologica ma che nulla hanno a che vedere con la salute mentale: vedasi coaching, marketing et similari.
LEGGI ANCHE>> Covid, bonus psicologo in arrivo: tutto quello che c’è da sapere
Quanto lavora uno psicologo: la sua giornata lavorativa
Per capire come uno psicologo affronta la giornata lavorativa, diciamo così, bisogna ovviamente guardare al tipo di contratto o libera professione cui è sottoposto: una volta ottenuta la Laurea e l’Iscrizione all’Albo, le strade che può prendere uno specialista di questo ambito sono quelle del lavoro subordinato presso le Asl o del lavoratore Autonomo. Nel primo caso, il CCNL sarà regolato generalmente sulle 38-40 ore settimanali, mentre nel secondo avremo ovviamente infinite possibilità: contratti “a progetto”, prestazioni effettuate presso il proprio studio o Enti pubblici/privati, partecipazioni come volontario o come consulente, e che quindi possono impegnare la figura professionale da zero ad un numero indefinito di ore di lavoro mensili/annuali.
Quanto guadagna uno psicologo nel settore pubblico
Per chi desidera intraprendere questa professione non ci sono in realtà buone notizie: lo stipendio medio di uno psicologo che ottiene un incarico presso una struttura pubblica può arrivare a superare di poco i 1.500.00€ al mese netti, senza contare che i primi incarichi vengono pagati anche meno di 1.000,00€ al mese a causa dell’inesperienza; gli stage si aggirano dai 500,00 agli 800,00€ netti circa al mese.
Va detto però, che come per la maggior parte dei lavori nel settore pubblico, una volta ottenuto l’incarico e/o il contratto a tempo indeterminato si hanno quelle sicurezze, scatti di anzianità, ferie/malattia pagate e benefit vari che compensano le minori entrate e le aspettative riversate sul benessere economico ambito da questo tipo di lavoro. Va inoltre aggiunto il fatto che, come ad esempio nel comparto dell’Istruzione, la paga di uno psicologo cresce in base agli anni di servizio: da uno stipendio iniziale di 1.300,00€ mensili per un professionista con alle spalle fino a 3 anni di servizio si passa ai 1.600,00€ al mese verso metà carriera per concludere con più di 2.500,00€ mensili dopo 25+ anni di lavoro.
Quanto guadagna nel privato o come libero professionista
Va da sé che molti laureati provano a inserirsi nel mondo del lavoro come autonomi, cercando di ricavare dai sacrifici di lunghi anni di studio una paga soddisfacente. L’ambito privato è molto ampio e dà la possibilità di sfruttare le competenze di uno Psicologo sotto vari aspetti. Analizzando quelle “classiche”, ovvero di supporto psicoterapico rivolto a soggetti singoli, un professionista che ha un suo studio può arrivare a guadagnare anche 2.500,00€ al mese netti, ai quali però vanno tolte le spese del commercialista, le tasse, le utenze dell’ufficio eccetera. Sicuramente il settore privato offre guadagni più alti, ma lo psicologo si trova di fronte ad ampia concorrenza, e deve faticare per crearsi reputazione e, ovviamente, clientela pagante.
LEGGI ANCHE>> Lavori più stressanti del mondo: quali mettono maggiormente alla prova
C’è differenza tra gli stipendi di uno psicologo nel nord/centro/sud Italia?
Forse anche troppo scontatamente, la risposta è sì; i dati ci vengono forniti direttamnte dall’ENPAP – Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi – che nei rapporti annuali segnalano quanto segue:
- Al Nord uno psicologo guadagna mediamente più di 18.000,00€ netti all’anno: il primato spetta alla Lombardia, con gli stipendi più alti a livello nazionale
- Al Centro siamo in una situazione di mezzo, con stipendi che si aggirano intorno ai 12.000,00€ netti all’anno, tendenza che comunque è in netta crescita.
- Al Sud si registra un guadagno annuo nettamente più basso: siamo nell’ordine di circa 7.800,00€ lordi all’anno, che tradotto in soldoni significa meno di 1.000€ al mese. La Regione dove si guadagna meno? La Sicilia.
A cosa sono dovute queste differenze? Sicuramente al delicato equilibrio entrate/uscite che ogni Amministrazione Comunale deve affrontare in maniera autonoma, ai singoli bilanci e alle risorse che ogni Comune attribuisce alle varie esigenze territoriali.
Quanto guadagna uno psicologo all’Estero
No bisogna stupirsi se, come in molti altri settori, i “cervelli” – e qui è proprio il caso di dirlo – si trasferiscono fuori dall’Italia sperando di trovare maggiori benefici economici; una professione come quella dello psicologo viene retribuita con una paga che sfiora il +600% rispetto al Bel Paese: parliamo di un qualcosa come quasi 7.000,00€ al mese in Svizzera e 4.200,00€ al mese in Germania. Fatte, le valigie? In effetti viene voglia di prendere il primo aereo e andare a vivere da un’altra parte. Come al solito, comunque, i numeri vanno presi con le pinze e si debbono considerare i diversi costi della vita da affrontare nei suddetti Paesi: affitti, utenze, generi alimentari, tasse eccetera. Anche presi in considerazione tutti questi fattori però, è innegabile che la meritocrazia in ambito UE e internazionale regala più soddisfazioni che in Italia.
Quanto guadagna lo psicologo a seconda della specializzazione
Un’ultima considerazione va spesa in relazione al guadagno di uno psicologo che può variare in base al ramo in cui sono stati completati gli studi. “Psicologia” infatti è solamente la branca principale di tutta una serie di altre competenze.
- Nello specifico, uno psicologo che lavora in una cooperativa Sociale non arriva a più di 1.000,00€ al mese
- Lo psicologo che presta servizio nel settore penitenziario guadagna circa 500,00€ al mese
- Gli Psicologi Forensi possono contare su uno stipendio di poco oltre i 2.000,00€ al mese
- Nell’ambito della psicoterapia infantile si può ambire a guadagnare quasi 500,00€ al mese, così come a livello ospedaliero e psicoterapico presso strutture pubbliche – dopo diversi anni di lavoro.
Infine, nel ramo psichiatrico e neuropsicologico si misurano diversi livelli di stipendio, che possono arrivare anche ai 3.000,00€ e oltre al mese, e generalmente sono più alti in quanto le competenze ric