Il Green pass è ormai definitivamente in vigore ma qualcosa ancora non è chiaro. Vediamo quando la certificazione serve e quando no.
Il 6 agosto è arrivato e, quantomeno, viene da chiedersi se davvero il Green pass segnerà uno spartiacque nella lunga traversata dell’Italia in pandemia. Negli ultimi giorni, in particolare, si è cercato di dare un’indicazione precisa circa le novità in arrivo, con il risultato che qualcosa sembra ancora sfuggire sia a chi la certificazione ce l’ha che a chi non l’ha ancora ottenuta. La spesa al supermercato, per esempio, ma anche il semplice caffè al bar: gesti quotidiani messi in discussione nella loro esecuzione più spicciola. Un dubbio possiamo chiarirlo subito: per fare la spesa non servirà il Green pass.
Stesso discorso anche per i centri commerciali, dove si potrà entrare liberamente pur trattandosi di un luogo molto affollato. In sostanza, il Green pass servirà per i luoghi al chiuso ma solo in certe circostanze dove il rischio, a quanto pare, è ritenuto maggiore. Nei ristoranti all’aperto, per esempio, continua a non esserci bisogno della certificazione, mentre al chiuso sarà necessaria. Stesso discorso per il caffè al bancone del bar: si entra senza “green”, a patto che non ci si sieda.
In sostanza, il Green pass servirà, sì, ma esistono almeno una decina di situazioni in cui non verrà richiesto. Visto che siamo in estate e la frequentazione di luoghi come le piscine rientra fra le priorità, si può dire che la certificazione non verrà richiesta per quelle all’aperto. Stesso discorso per i mezzi di trasporto. Una situazione estremamente spinosa, della quale comunque si continua a discutere. La possibilità che diventi obbligatorio c’è ma è anche vero che alcuni impedimenti logistici, soprattutto nelle grandi città, potrebbero sussistere, dal controllo al mantenimento delle distanze a bordo. Per ora il governo ha glissato, rimandando comunque nuove probabili decisioni a settembre.
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Chiaramente, la mancata obbligatorietà in luoghi tendenzialmente affollati ha creato qualche sacca di risentimento, soprattutto fra gli esercenti. Ristoranti al chiuso in primis, dove il Green pass servirà qualora ci si voglia concedere una cena o un pranzo. La certificazione sarà necessaria anche per stadi, partecipazioni a eventi sportivi, per accedere a parchi a tema e di divertimento, così come a musei e altri luoghi della cultura. Persino per partecipare a dei concorsi pubblici sarà di fatto necessario essere vaccinati. Una questione aperta che non manca di generare polemiche. Soprattutto ora che siamo definitivamente in ballo.