Ossido di etilene nei cibi, troppi casi: decisione drastica della Commissione europea

Da settembre a oggi, migliaia di prodotti contaminati dall’ossido. L’Europa taglia la testa al toro: ritiro anche con una piccola quantità.

Commissione europea ossido etilene
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Migliaia di alimenti contaminati, richiamati dalla vendita e inseriti in una classifica in preoccupante aumento. La presenza di ossido di etilene in alcuni cibi, a partire da settembre del 2020, ha raggiunto l’ordine delle migliaia di prodotti intaccati. Un problema che ha destato l’attenzione dell’Unione europea, specie per quel che riguarda i semi di sesamo di provenienza indiana, dove sono stati rintracciati la maggior parte dei casi di ossido in misura superiore rispetto agli standard di sicurezza.

Si tratta di una sostanza utilizzata come pesticida durante la produzione industriale ma che, in quantità eccessive, viene ritenuto cancerogeno. Per questo è posto un divieto al suo utilizzo oltre una certa misura. I troppi casi di presenza eccessiva, hanno portato la Commissione europea non solo a disporre il ritiro dei prodotti ma anche a individuare una soluzione che, in qualche modo, risolverebbe il problema alla radice.

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Ossido di etilene, il provvedimento della Commissione europea

Secondo gli ispettori del Sistema Rapido di allerta europeo per la Sicurezza di alimenti e mangimi (Rasff), in alcune occasioni non è stato disposto il ritiro immediato dei prodotti. Anzi, in Paesi come la Francia alcuni lotti che avrebbero dovuto subire un richiamo alimentare sono stati venduti lo stesso, naturalmente in modo indebito. Il problema risiederebbe proprio nella quantità: il livello di guardia dell’ossido di etilene stabilito per legge è lo 0,05 mg/kg. Oltre questa soglia, un prodotto che lo contiene andrebbe ritirato dal mercato. In caso di parità di livello, alcuni rivenditori avrebbero effettuato lo stesso la vendita, lasciando i prodotti sugli scaffali.

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Di fatto, è stato creato un precedente. E, per questo, l’Unione europea sembra sempre più propensa al giro di vite. Considerando che l’ossido di etilene è un elemento cancerogeno a certi livelli, la Commissione ritiene che, anche se presente in misura contenuta, andrebbe disposto il ritiro dell’alimento che lo contiene. Una posizione diventata granitica proprio a seguito degli ultimi casi, andati in impennata in pochissimi mesi. Per questo la Commissione ha stabilito che tutti i prodotti che contengano anche la minima traccia di ossido andranno ritirati dal mercato. La motivazione è semplice: anche il più piccolo livello può essere potenzialmente nocivo. Meglio non correre rischi.

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