Un obbligo formale per il vaccino ancora non c’è. Ma, qualora il datore di lavoro lo ritenga necessario, i badanti potrebbero perdere il lavoro.
La discussione sul Green pass continua senza sosta. Teoricamente, l’obbligo di vaccinazione è valido solo per il personale sanitario. A ogni modo, la questione (particolarmente scottante) dei lavoratori domestici ritorna ciclicamente in modo pesante. Anche perché, in molti casi, colf e badanti operano in contesti domestici in cui, a venire in contatto con loro, possono essere delle persone con particolari fragilità. Un aspetto piuttosto rilevante, riemerso nelle ultime ore e sostenuto dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. L’idea è ripercorrere alcune misure analoghe pensate in Francia e negli Stati Uniti.
Vaccino, quindi, anche per badanti e altre professionalità che svolgono attività attinenti. Tuttavia, non è solo questione di obbligo vaccinale. Dal momento che, formalmente, un provvedimento simile ancora non esiste, potrebbe spettare al datore di lavoro stesso decidere in merito. In pratica, qualora l’assistito (o chi per lui gestisce la situazione) ritenga necessario il Green pass (quindi il vaccino anti-Covid), colf o badanti ancora privi o no-vax potrebbero rischiare il posto.
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Green pass, il caso delle badanti con Sputnik: cosa succede
Il contratto di lavoro domestico, in questo caso, è piuttosto chiaro. Qualora venga meno il rapporto di fiducia fra le parti, esiste la possibilità di provvedere al licenziamento del collaboratore con un preavviso variabile, in base all’anzianità del servizio. Sul tema è intervenuto anche il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini, secondo il quale “per le famiglie la riduzione del rischio di esporsi al contagio è cruciale“. Questo, naturalmente, nel rispetto della libertà di decidere in merito alla possibilità della vaccinazione. In caso di nuova assunzione, a ogni modo, sarebbe buona regola “chiedere prima l’impegno a mantenere il green pass durante il periodo in cui lavorerà presso la famiglia“.
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Fra i tanti cavilli spinosi della questione, ne emerge uno decisamente internazionale. Posto che numerose badanti sotto contratto provengono da Paesi dell’Est Europa, può capitare che ve ne siano alcune vaccinate con il siero anti-Covid Sputnik. Un vaccino non riconosciuto in Italia ma, naturalmente, questo non basta a imporre alle lavoratrici in questione una nuova vaccinazione. Questo resta quindi un punto oscuro, come precisa lo stesso Zini. Il consiglio è “di considerare vaccinato chi si è sottoposto allo Sputnik” previa certificazione. Basterà per un contratto valido?