Videogiochi vintage, la nostalgia frutta soldi: il caso Super Mario 64

Una copia di Super Mario 64, del 1996, infrange il valore del milione e arriva quasi a incassarne due. Un vero e proprio investimento.

Super Mario videogiochi
Foto © AdobeStock

Non serve avere una passione viscerale per i videogiochi per aver giocato, almeno una volta nella vita, a un game di Super Mario. Oppure, se proprio qualcuno è repellente al fascino dei giochi interattivi, di questo personaggio ne avrà di sicuro almeno sentito parlare. In qualche modo, l’omino baffuto vestito da idraulico è diventato nel tempo l’emblema stesso dei videogiochi, il personaggio che più di altri riesce a sintetizzare il ruolo quotidiano delle tecnologie ludiche. Vista la sua popolarità e l’irreperibilità, ormai, dei primi titoli, non è difficile immaginare come alcuni di questi siano lievitati fino a costi inverosimili.

Ad esempio, gli appassionati ricorderanno sicuramente Super Mario 64, ottavo titolo della serie e primo realizzato in tre dimensioni. Un pezzo imperdibile per chi, all’epoca, masticava a sufficienza di Nintendo. Oggi, invece, è considerato una pietra miliare dei videogiochi e, in assoluto, uno dei migliori di tutti i tempi. Chi ne possiede una copia, magari assieme alla relativa console, sa bene quanto valore risieda in quei circuiti. E qui torna il solito discorso: meglio tenere un ricordo per sé o trasformarlo in una fonte di guadagno?

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Il fascino dei giochi vintage ha sempre esercitato un forte ascendente in entrambe le direzioni. C’è chi è per natura un collezionista e sceglie di conservare per sé le proprie copie. Ma anche chi sceglie di piazzarle sul mercato, consapevole del circolo che innesterebbe proprio con coloro che amano tali videogiochi al punto di spendere anche grosse cifre per possederne delle cartucce. In alcuni casi si parla di pezzi davvero unici. Il caso di Super Mario 64 è davvero emblematico: una copia del 1996, perfettamente conservata, è stata venduta per qualcosa come 1,56 milioni di dollari.

Super Mario 64, un investimento da 1,5 milioni di dollari

Il discorso è più o meno lo stesso del fior di conio. Meglio un prodotto è conservato, più soldi varrà sul mercato. La cartuccia di Super Mario 64 era impeccabile perché mai aperta. E pensare che il record era stato toccato solo poche settimane prima, con una cartuccia di The Legend of Zelda del 1987, venduta per 870 mila dollari. Che Mario infrangesse il muro del milione non lo pensava nessuno. Tuttavia, è una vicenda indicativa che, in qualche modo, provoca un processo di inflazione. Quello che è già avvenuto per il mercato delle monete rare, del vino o dell’arte.

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L’afflusso di denaro caldo, infatti, proietta il tutto nell’ambito dell’investimento più che della conservazione. Decisivo anche il sistema di classificazione della Wata Games, che ha posizionato Super Mario 64 a livelli altissimi. La combinazione di fattori ha fatto sì che il mercato aprisse i cordoni della borsa, scavando un solco fra domanda e offerta. Colmato dall’unica cosa possibile in un quadro di investimenti: soldi cash.

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