Diverse sono le malattie riconosciute dall’Inps per cui si ha diritto alla pensione di invalidità. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo di quali si tratta.
L’ultimo periodo è stato segnato dal Covid, che continua purtroppo ancora oggi ad avere un impatto negativo sulle nostre esistenze, sia dal punto di vista delle relazioni sociali che economiche. Un periodo storico difficile, soprattutto per via delle crescenti incertezze in merito al futuro. Si finisce così per registrare un netto aumento dei cosiddetti “panofobici”, ovvero di coloro che hanno paura di tutto. Se tutto questo non bastasse, si verifica anche un peggioramento dello stato di ansia e depressione.
Ma non solo, un numero crescente di persone, inoltre, si ritrova sempre più spesso a dover fare i conti con un terribile mal di testa, oppure malattie allo stomaco o all’intestino. Tutte condizioni che si rivelano essere spesso un vero e proprio incubo, tanto da compromettere il regolare svolgimento di alcune attività quotidiane. Proprio in tale ambito è bene sapere che, in alcuni casi, chi soffre di determinate patologie, ha diritto ad un assegno mensile. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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Pensione, quali sono le malattie riconosciute dall’Inps: tutto quello che c’è da sapere
La pensione di invalidità viene erogata dall’Inps a tutti quei soggetti a cui viene riconosciuta una inabilità lavorativa e che si trovano in stato di bisogno economico. Una volta accertato il diritto ad accedere a tale forma di aiuto, infatti, l’istituto previdenziale provvede a erogare 287,09 euro al mese per un totale di 13 mensilità. Ma non solo, in alcuni casi è possibile beneficiare di una maggiorazione che consente di ottenere fino a 651,12 euro al mese.
Questo avviene grazie alla cosiddetta maggiorazione sociale, o aumento al milione, che viene applicato a tutti gli emolumenti inferiori al vecchio milione di lire. Ma quali sono le patologie che consentono di accedere a tale misura? Ebbene, tra le malattie riconosciute dall’Inps si annoverano:
- Malattie cardiovascolari gravi;
- Ipotiroidismo grave con ritardo mentale;
- Iposurrenalismo grave;
- Pneumonectomia con insufficienza respiratoria grave;
- Alzheimer;
- Epilessia generalizzata o localizzata con crisi plurisettimanali o quotidiane in trattamento;
- Ipoparatiroidismo che non risponde a trattamenti;
- Paralisi celebrale infantile con emiplegia o atassia;
- Artropatia gottosa con grave compromissione renale;
- Diabete mellito di tipo 1 e 2, con complicanze micro-macroangiopatiche e manifestazioni cliniche di medio grado
- Emicrania continua, parossistica cronica o emicrania cronica e ad alta frequenza;
- Sindrome cerebellare grave;
- Afasia grave;
- Sindrome extrapiramidale parkinsoniana o coreiforme o coreoatetosica grave.
Se l’invalidità è riconosciuta al 100% il soggetto interessato ha diritto oltre alla pensione di invalidità, anche all’indennità di accompagnamento pari a 522,10 euro al mese per 12 mesi. Questa forma di aiuto economico, ricordiamo, viene riconosciuto, ad esempio, a coloro che si ritrovano alle prese con determinate patologie dello stomaco e dell’intestino.
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Tra queste si annoverano malattie infiammatorie croniche intestinali, cirrosi epatica di classe C di Child Pugh, oppure trapianto di intestino o di fegato complicato. È possibile ottenere l’assegno di invalidità anche in caso di cecità e sordità. In particolare i sordi, oltre all’assegno di invalità, hanno diritto ad ottenere un’indennità di comunicazione, indipendentemente dall’età e dalle condizioni reddituali, pari a 258 euro.