L’Agenzia delle Entrate Riscossione vuole chiudere con i pignoramenti al buio. D’ora in poi, in merito alle cartelle esattoriali, l’aggiornamento sarà costante.
In ballo c’è la cancellazione dei crediti residui databili al 2000-2010, è vero, ma la macchina fiscale guarda anche su altri fronti. Fra questi, quello dei dati riferibili ai conti correnti dei contribuenti. Nello specifico, si tratta di una vera e propria proposta, inoltrata dall’Agenzia delle Entrate Riscossione e finita in Parlamento, relativa al recupero dei ruoli. Ovvero il gergo tecnico per indicare le cartelle esattoriali inevase. Di conseguenza, qualora dovesse essere approvata, cambierà qualcosa in merito al metodo di riscossione.
In teoria, l’obiettivo è renderlo più efficace. Una modifica che peraltro accompagnerà la tregua fiscale previsa da decreto, con rottamazione ter e saldo e stralcio per le cartelle esattoriali dal 2000 al 2010 non superiori ai 5 mila euro e per contribuenti con limite reddituale entro 30 mila euro. Come spiegato, l’annullamento sarà automatico (fai-da-te per chi deciderà di servirsi del software della Riscossione). Tuttavia, resta il nodo del rimborso per chi ha già versato. La risposta sembra proprio essere no.
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Cartelle esattoriali, la proposta dell’ente: cosa cambia
Ottimizzare il sistema di riscossione delle cartelle esattoriali passa quindi da una nuova normativa. Il sistema di rintracciabilità, in questo senso, diventa fondamentale. E il lavoro in tale direzione richiederà un rafforzamento delle regole di archiviazione dei rapporti finanziari. Per questo, nel contesto delle cartelle esattoriali, a finire nel mirino della riforma sono proprio i conti correnti. I quali possono risultare, in alcune circostanze, incapienti o vuoti. Un dettaglio non irrilevante, specie in merito alle operazioni di pignoramento.
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In pratica, uno degli obiettivi sarà quello di evitare i cosiddetti “pignoramenti al buio”, ossia quelle operazioni davanti alle quali l’Agenzia delle Entrate si ritroverebbe nel caso di conti correnti che risultassero in tali situazioni. La rintracciabilità, in sostanza, servirebbe a evitare problematiche e a capire quanta disponibilità di capitale vi sia per applicare le disposizioni di pignoramento. Da qui la richiesta dell’AdER di informazioni relative al conto, oltre che di un aggiornamento costante dei dati. Addirittura a ritmi mensili.