L’abolizione delle sigarette è una tematica sempre più in auge e alcune società di distruzione di tabacco la stanno prendendo seriamente a cuore
Riuscireste ad immaginare un mondo senza fumo e senza sigarette? Allo stato attuale sembra utopistico, eppure il sentiero sembra già tracciato. Il Regno Unito addirittura si è posto come obiettivo il 2030 per abolire completamente il tabacco dalle sue strade.
Secondo l’Oms il fumo sia attivo che passivo causa ogni anno 8 milioni di morti. Numeri altissimi, di fronte ai quali non si può più rimanere inermi a guardare. Un segnale in tal senso lo stanno dando anche le società di distruzione di tabacco, come ad esempio la Philip Morris, che con l’arrivo del nuovo presidente Jacek Olczak ha intrapreso una nuova direzione.
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Abolizione sigarette entro il 2030: la svolta salutista è fattibile
In un’intervista al noto tabloid britannico “Mail on Sunday” oltre a parlare della situazione oltremanica, ha precisato che anche in altre parti del mondo l’intento è quello di “spegnere tutte le sigarette” entro un periodo di tempo prestabilito.
Marlboro uno dei principali marchi dell’azienda nel giro di poco tempo potrebbe sparire dagli scaffali. La Philip infatti ha pensato bene di cambiare il suo focus, tanto che lo scorso 21 luglio ha deciso di acquistare la società Vectura che produce inalatori per l’asma per 1,4 milioni di dollari.
Di pari passo anche i mercati e gli investitori stanno mutando. Basti pensare che questi ultimi non sono più troppo interessati ad spendere nel tabacco, seppur il settore sia ancora remunerativo.
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Lo sguardo è già rivolto al futuro, ovvero ad inalatori, vaporizzatori e sigarette elettroniche che naturalmente non prevedono la combustione e recano meno danni alla salute. Philip Morris che già ha venduto oltre 20 milioni di apparecchi che scaldano il tabacco, vuole proseguire la sua rivoluzione arrivando nel giro di qualche anno a produrre sempre meno prodotti da fumo e con nicotina.
Un’iniziativa lodevole se si pensa che invece altri competitor stanno rilanciando, disinvestendo in questi prodotti alternativi per far tornare in auge le sigarette tradizionali.