L’assegno di mantenimento rappresenta una situazione consequenziale alla separazione. Tuttavia, in alcuni casi può essere soggetto a riduzione.
Variazioni negli importi, infatti, possono arrivare in determinate circostanze. Ad esempio, nel caso in cui l’emittente costituisca un altro nucleo familiare. In pratica, presenze di condizioni che possono mutare in qualche modo la condizione economica di chi ha a carico l’assegno di mantenimento.
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Le modalità di calcolo dell’assegno vengono stabilite in base alle condizioni economiche di chi se ne fa carico. Per questo, qualora sussistano delle variazioni, è necessario che si proceda a un ricalcolo. Tali condizioni, come detto, possono essere delle circostanze che modificano radicalmente la disponibilità economica del soggetto, inficiando inevitabilmente sulla sua sussistenza. Ad esempio, un plausibile peggioramento delle condizioni economiche. Niente di strano, specie in un periodo di difficoltà generale come questo. Inoltre, come detto, la creazione di un nuovo nucleo familiare, ma anche un mutamento delle esigenze dei figli.
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Tagli o incrementi. L’assegno di mantenimento può variare in base alle situazioni. Il giudice, naturalmente, si fa carico di valutarle ed eventualmente di annunciare nuove disposizioni. Dimostrare che le disponibilità economiche variano, tuttavia, può portare quasi sempre a un abbassamento dell’importo del mantenimento all’ex coniuge. Magari per un periodo di inoccupazione, la riduzione dello stipendio. In caso di formazione di un’altra famiglia, la diminuzione dell’assegno è consequenziale. Terzo caso, la dimostrazione inconfutabile che chi percepisce il mantenimento rifiuta offerte lavorative senza motivazioni giustificabili. In questo caso può essere effettuata la richiesta di riduzione.