La questione Green Pass solleva la protesta ma anche qualche proposta: bonus vacanze come incentivo alla vaccinazione.
Estate e vaccini sembrano andare particolarmente di pari passo oggi come oggi. Le nuove disposizioni sul Green Pass, le regole adottate per l’accesso ai luoghi chiusi e quelle consuete dettate dalla prudenza, stanno rendendo il vaccino man mano sempre più decisivo nella lotta al Covid. E nonostante le proteste per l’obbligatorietà della certificazione verde in alcuni contesti, con l’estate sembrano arrivare anche delle novità per quanto riguarda il binomio vacanze-vaccinazione. L’obiettivo del governo Draghi, in sostanza, potrebbe usufruire anche di un ulteriore aiuto.
Il decreto che ha riscritto le norme del Green Pass ha sollevato il dibattito dell’opinione pubblica. Ma, visto che alle vacanze non ci si vuole rinunciare, il governo prova a far leva sugli incentivi alle ferie qualora si scelga la vaccinazione. In sostanza, la mission si divide: da un lato mantenere alto gli standard della popolazione vaccinata, dall’altro favorire il riposo estivo. E, magari, anche convincere chi è ancora reticente al siero anti-Covid.
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Vaccino e vacanze, la proposta del deputato
Se per arrivare a dama c’è bisogno di un incentivo, secondo Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia (intervista da Il Giornale), la mossa giusta può essere proprio in ottica vacanze. In pratica, concedere un bonus da 1.000 euro per le ferie, da trascorrere in Italia, per tutti coloro che sceglieranno di vaccinarsi. O di completare il ciclo già iniziato. Un’agevolazione che forse è più una provocazione visti i costi che comporterebbe ma che, in realtà, non sarebbe troppo diversa da altre previste in alcuni Paesi. Negli Stati Uniti ad esempio, in Stati come Ohio (lotteria da 1 milione) e Alaska.
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In sostanza, l’obiettivo sarebbe premiare il senso di responsabilità ma non nel senso letterale del termine. Più che altro si parlerebbe di agevolazioni, di incentivi (in questo caso per le vacanze), anche perché, spiega Giacomoni, “l’evasione delle tasse e dei vaccini sono due facce della stessa medaglia, radicate, ahinoi, nel nostro Paese”. Qualcun altro, invece, ci va più pesante. La virologa Ilaria Capua, ad esempio, preme per la stangata sui no-vax. Addirittura una franchigia fra 1.000 e 2 mila euro per coprire i costi non sanitari. Difficile.