Il Movimento Consumatori ottiene la ragione dai giudici: illegittime le clausole sulla fatturazione a 28 giorni. Cosa succede ora per WindTre.
Offerte, promozioni, concorrenza ma non solo. WindTre si trova fra le mani anche un’inibizione da parte del Tribunale di Milano che la costringerà al rimborso dei consumatori. Una vicenda iniziata nel giugno 2018 e che ha visto oggi l’ultimo atto, emesso a seguito dell’azione ordinaria promossa da Movimento Consumatore. A WindTre viene di fatto vietato sia l’adozione che l’uso, e quindi gli effetti, nei contratti di telefonia fissa di clausole su rinnovi e pagamenti a 28 giorni o 8 settimane.
In pratica, la conferma di quanto già disposto nel provvedimento cautelare pronunciato proprio nel giugno 2018. L’azienda di telefonia sarà quindi tenuta ad adempiere agli obblighi stabiliti dalla sentenza che, come spiegato dai legali del Movimento Consumatori, conferma “l’illegittimità e la scorrettezza della fatturazione basata sul mese lunare anziché su quello solare”. Gli avvocati parlano anche di due importanti novità, date proprio dal pronunciamento odierno del Tribunale.
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WindTre, cosa cambia con il pronunciamento del Tribunale
Per quanto riguarda i cambiamenti, i legali parlano innanzitutto di una lesione, ormai dichiarata, dei diritti e degli interessi dei consumatori qualora venga utilizzata una tale periodicità. Nello specifico, la fatturazione a 28 giorni. Altra novità, riguarda l’obbligo della restituzione delle somme, ritenute stando alla sentenza come indebitamente percepite dalla compagnia. Verranno avviati, dunque, i rimborsi nei confronti dei consumatori, anche per coloro i quali, con contratto attivo fra l’1 giugno 2016 e il 5 aprile 2018, hanno deciso di recedere.
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Come spiegato dal segretario generale del Movimento Consumatori, Alessandro Mostaccio, l’associazione ora vigilerà “affinché Wind adempia a tutti gli obblighi informativi prescritti”. Ma non solo. Anche perché proceda con l’attivazione di una “procedura per accogliere le richieste di restituzione dei corrispettivi di telefonia fissa versati da tutti i consumatori coinvolti”. Le domande di restituzione dei corrispettivi dovranno essere accolte entro 30 giorni dall’invio, qualora appunto risultino clausole contrattuali ritenute illegittime.