La guerra all’evasione fiscale è diventata uno degli obiettivi principali di questo Governo. I metodi spesso però sono molto particolari.
La guerra contro il denaro contante è una delle principali prerogative di questo Governo, nato per provare a contrastare anche questa particolare e a tratti desueta abitudine. Il futuro sarà tutto digitale, i movimenti di soldi avverranno esclusivamente tramite carta di credito o bancomat. Le ultime iniziative quali cashback e lotteria degli scontrini vanno proprio in questa direzione, anche se i risultati non sono alla fine stati soddisfacenti.
Quello che però spesso si ignora è che il nostro Stato, tramite l’Agenzia delle Entrate, per contrastare per l’appunto l’evasione fiscale e quindi monitorare le entrate e le uscite di ogni singolo cittadino tende a controllare persino i nostri prelievi al bancomat. L’agenzia può inoltre chiedere specifici controlli per cittadini che si rendono protagonisti di attività di prelievo contanti ritenute in qualche modo troppo esuberanti, mai oltre i 10mila euro al mese.
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Se l’agenzia tiene sotto controllo quelli che prelevano dai conti correnti grosse somme di denaro, allo stesso modo si preoccupa di controllare anche colori i quali raramente si presentano davanti ad un ATM. Il perchè è molto semplice. Non avendo necessità di prelevare denaro, si può ipotizzare che i cittadini in questione affrontino le varie spese quotidiane attingendo altrove. Questo “altrove” potrebbe essere, ad esempio, un lavoro in nero.
Lo Stato insomma ha gli occhi ben puntati su tutto ciò che facciamo e su come lo facciamo. Qualsiasi azione ritenuta impropria da parte dell’Agenzia delle Entrate può trasformarsi in una azione di controllo, di verifica ai danni del cittadino individuato.
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Ogni nostra azione, di fatto è controllata. Si considera quindi anche l’ipotetica percentuale del nostro saldo in banca o alle poste, necessaria per le spese di tutti i giorni e quindi, in teoria, mensilmente da prelevare. Quando questo non accade, ecco scattare un campanello d’allarme. A quel punto lo stesso Stato, tramite i suoi organi preposti vorrà sapere da noi il perchè di quella condotta, e a quel punto, nel caso ci fossero degli illeciti, ogni nodo verrebbe al pettine.