Un’arte che si perde nella notte dei tempi, quella della birra. Prodotta fin dall’antichità, alcune arrivano a costare cifre impensabili.
La qualità è di quelle elevatissime, la tradizione secolare e il gusto davvero per tutti i palati. La birra, in Italia come in altre zone d’Europa, rappresenta davvero un plus, uno di quei settori che non conoscono crisi e che portano avanti una storia iniziata in altri tempi e destinata a proseguire anche in quelli nuovi. Birrifici storici, ingredienti naturali, persino quella delle botti è un’arte. E la produzione non può che essere di quelle importanti, addirittura un marchio in molti casi. La birra vera poi, quella artigianale, è senz’altro il tratto distintivo.
Ce ne sono di ogni tipo e provenienti da ogni dove. Tuttavia, è possibile stilarne una sorta di classifica non in base alla qualità o al gusto, visto che si tratta di qualcosa di soggettivo, ma in rapporto al loro prezzo. Non vuol dire per forza che siano le migliori ma, quantomeno, fra quelle considerate tali dagli esperti. Alle loro spalle c’è una storia di preparazione, una tradizione da rispettare e qualcosa da raccontare. Si accompagnano con la carne, col pesce, anche da sole vanno bene. Ecco la top ten degli intenditori.
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Una bottiglia da 37,5 cl costa ben 275 euro ma il marchio è di quelli tosti. Una Jacobsen Vintage No. 3 viaggia in cima alla classifica delle birre artigianali più costose, potendo fra le altre cose vantare il marchio del birrificio danese Carlsberg. A incalzarla, a 200 euro a bottiglia, l’americana Samuel Adams Utopia, così chiamata in onore del rivoluzionario Samuel Adams e prodotta dalla Boston Beer Company fin dal 1860. Terzo posto per l’italiana Morena Unica, originaria della provincia di Potenza (ma voluta da un rampollo della famiglia austriaca dei Furstenberg) e realizzata con farina di castagne. In Italia è prodotta anche la Birra del Gabba, quarto posto e non a caso definita “birra di lusso”. Prodotta in Toscana, fra le varianti più costose annovera la Mr Jack 1975.
Altro giro, altra birra italica. La piemontese San Michele Semiramide si piazza al quinto posto, portando in dote la tradizione del comune di Sant’Ambrogio di Torino e della sua Sacra di San Michele. Una scatola da 12 bottiglie da 0,33 cl si aggira quasi sui 100 euro. Niente male anche la svizzera Hofstetten Granit Bock, preparata in un blocco di granito rovente. E che dire della britannica Vintage Ale, della Fuller’s? Forse non è tra i birrifici più famosi ma malti e luppoli li lavorano dal 1845 e fino al 2019 è stata a conduzione familiare.
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Ottavo posto per la Malheur Dark Brut, belga ma con barili di quercia americana realizzati dai mastri bottai e ideale per il pesce. Si torna in Svizzera (ma con produzione in Austria) per la Samichlaus, nata per festeggiare San Nicola e dal tipico colore tendente al marrone. Estremamente rara, è per questo fra le più ricercate. Chiude la decina la Fantome Magic Ghost, di nuovo in Belgio e nata per la festa di San Patrizio. Fra i luppoli, spazio anche alle foglie di tè che le conferiscono il suo inconfondibile colore verde.