L’assegno di accompagnamento viene erogato a chi ha un’invalidità appurata al 100%. È previsto anche in alcuni casi non propriamente conosciuti
L’assegno di accompagnamento così come dice il nome viene elargito a coloro che a causa di alcune problematiche di salute piuttosto serie, non possono compiere le regolari azioni quotidiane in autonomia.
Per questo necessitano di un accompagnatore per poter deambulare e ciò in molti casi comporta delle spese di non poco conto, come ad esempio quella per il/la badante o anche delle attrezzature particolari per mangiare, dormire ed effettuare degli spostamenti. In parole povere l’Inps concede questo sostegno a coloro che hanno un’invalidità accertata al 100%.
LEGGI ANCHE >>> Assegno di accompagnamento fino a 938,35 euro al mese: ecco in quali casi
Erroneamente siamo portati a pensare che queste situazioni interessino solo chi ha difficoltà motorie ed è relegato su una sedia a rotelle. La platea di beneficiari è molto più estesa e può comprendere anche coloro che sono affetti da patologie visive.
Solitamente questa prestazione è compatibile con la pensione di inabilità e con le pensioni di indennità per ciechi totali o parziali. Vediamo quindi nello specifico in quali casi le malattie dell’apparato visivo danno diritto a tale sostegno economico:
LEGGI ANCHE >>> Pensione, quali sono le malattie riconosciute dall’Inps: l’assegno mensile
In queste spiacevoli situazioni (laddove siano permanenti) è possibile richiedere l’accompagnamento. Ovviamente l’auspicio è di non imbattersi mai in queste problematiche, perché un assegno di certo non può compensare un destino così avverso.
Ad ogni modo è bene conoscere queste dinamiche in modo tale da poter quanto meno ottenere un aiuto, perché oltre al danno fisico e morale, ci si aggiunge la beffa di dover far fronte a dei costi molto più elevati per potersi sostentare in maniera dignitosa. Motivo per cui questa opportunità non può assolutamente essere lasciata al caso.