Vittoria Italia Euro 2020: vediamo quanto può fruttare per il sistema economico nazionale nel lungo periodo e l’impatto che può avere sul PIL
L’Italia è ufficialmente campione d’Europa. Il successo ai rigori contro l’Inghilterra ha regalato agli azzurri guidati da Roberto Mancini il secondo successo nella storia della competizione. L’ultima volta risale addirittura al 1968.
Per questo in tutto il paese è esplosa la festa che si è protratta fino a tardi. Oltre al risultato sportivo però il successo nella rassegna continentale lascia in dote anche dei risvolti economici di non poco conto, basti pensare che la Nazionale Italiana grazie all’affermazione a Wembley ha guadagnato circa 28,5 milioni di euro.
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Una gran bella cifra alla luce della delicata fase storica del Bel Paese. Ma non finisce qui. Secondo Simona Caricasulo docente di Economia aziendale alla Luiss di Roma i numeri per l’intero comparto economico nazionale sarebbero ancor più interessanti.
A suo parere l’impresa azzurra può valere fino a 12 miliardi di euro che in termini di PIL rappresenta qualcosa come lo 0,7%. La sua tesi affonda le proprie radici al 2006 quando l’allora selezione guidata da Marcello Lippi si laureò campione del mondo.
In quel periodo le esportazioni italiane ebbero una crescita del 10% e il trend positivo si mantenne anche negli anni successivi, basti pensare che i prodotti nostrani nel 2008 fatturavano il 40% in più rispetto al 2005.
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Stando alle stime della Commissione europea, il PIL italiano crescerà del 5% quest’anno e del 4,2% nel 2022. Ma come si spiega questa connessione tra calcio ed economia? Semplice. I successi comportano un ritorno di immagine non indifferente e possono indurre i consumatori stranieri a propendere di più per il Made in Italy.
Magari qualcuno potrebbe decidere di rimanere in patria per le proprie ferie e gli stranieri che possono viaggiare potrebbero optare per il paese campione d’Europa. Inoltre la voglia di far festa dei cittadini potrebbe essere un incentivo a spendere e dar manforte a tutti i settori.