Raggiri per quasi due milioni di euro: si fingevano cardinali o preti chiedendo delle presunte fideiussioni per prestiti. Il denaro finiva invece nelle loro tasche.
Lo abbiamo constatato molte volte: in tempo di pandemia le truffe non sono solo aumentate ma hanno assunto volti sempre più diversi, in alcuni casi sconfinando nel paradossale. Tuttavia, è sempre difficile immaginare che qualcuno, pur di raggirare il prossimo, arrivi a spacciarsi per ciò che non è. Attenzione. Non per uno qualunque. A Roma, infatti, qualcuno ha pensato bene (anzi, male) di far leva sulla presenza della Santa Sede per spacciarsi da cardinale e imbastire una truffa del tutto particolare.
Il raggiro era piuttosto elaborato: una falsa promessa di pagamento in contanti di una polizza, di prestiti o di mutui da banche estere. Il tutto camuffandosi sotto le toghe color porpora, altrettanto false, dei cardinali. Sotto quelle vesti ingannevoli si celavano quelli definiti dalle Forze dell’ordine come membri della “holding della truffa santa”, beccati infine addirittura all’interno di una chiesa. E anche in questo caso, non si tratta di una chiesa qualunque ma della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, in Piazza della Repubblica.
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Il sistema dei falsi cardinali prevedeva una serie di step. Innanzitutto, i truffatori si fingevano intermediari per la Santa Sede (a volte anche semplici preti). Adocchiando poi potenziali vittime e compiendo raggiri per quasi 2 milioni di euro. Perlopiù, il loro bersaglio erano chiese e uffici del centro di Roma, quasi sempre dotati di un’uscita secondaria (quindi probabilmente già conosciuti in precedenza) tramite la quale far perdere le proprie tracce una volta intascato il denaro. Tali movimenti, però, hanno finito per attirare l’attenzione dei Carabinieri della compagnia di Roma centro, che hanno agito assieme ai colleghi della stazione di San Lorenzo in Lucina ripagando i cardinali fasulli con la loro stessa moneta.
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A uno degli ultimi appuntamenti, infatti, i militari si sono presentati travestiti da frati e sacerdoti, comprovando i sospetti circa l’operato dei truffatori. Sono state in tutto venti le ordinanze notificate dagli investigatori a seguito del pronunciamento del Gip Roberto Saulino. Cinque dei finiti cardinali sono stati destinatari di un’ordinanza di arresto come misura cautelare. Almeno una ventina gli esposti presentati, in cui degli imprenditori hanno fatto sapere di aver abboccato all’esca poiché convinti di pagare una necessaria fideiussione per l’ottenimento di un prestito. A uno degli ultimi incontri di scambio, tuttavia, ad attenderli non c’erano i 15 mila euro richiesti ma i Carabinieri sotto mentite spoglie. Esattamente come loro, ma in modo decisamente più efficace.