Fino all’ultimo giorno scoperti casi di atteggiamenti al limite del truffaldino per scalare la classifica del cashback.
Sosta carburante con 48 transazioni portate a termine. Qualcosa di assurdo verrebbe da dire, di inconcepibile, quasi senza logica alcuna. E invece, per i protagonisti della vicenda in questione e di tutte le altre che in questi mesi hanno alimentato le cronache quotidiana la logica esiste eccome. Il motivo si chiama cashback, il premio ambito il superbonus da 1500 euro per i primi 100mila utenti in classifica generale per numero di transazioni accumulate.
L’iniziativa andata in soffitta fino al prossimo anno, lo scorso 30 giugno, ha prodotto fino alla fine casi ai limiti della follia. Il cashback come una vera e propria droga, la necessità d accumulare operazioni in un modo o nell’altro. Come per il gioco d’azzardo, cosi come qualche esperto aveva predetto, il rischio era concreto, ed infatti abbiamo assistito a vicende che hanno evidenziato proprio l’attaccamento morboso all’iniziativa, per riuscire a raggiungere la soglia utile per incassare quei 1500 euro.
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Cashback: la rabbia e la frustrazione del gestore della pompa di benzina trevigiana
Le operazioni sono state complessivamente 48 per soli 15 euro di carburante. Secondo il gestore della pompa in questione le persone riprese dalle telecamere si sarebbero fermate soltanto perchè nel frattempo stavano arrivando altre automobili, altrimenti avrebbero continuato, di fatto, a derubare il povero gestore, costretto a pagare commissioni bancarie altissime per operazioni di circa 20 centesimi ripetute per 48 volte per arrivare ad un totale di meno di 15 euro di carburante. Una situazione davvero al limite.
“Non mi piace criticare – ha dichiarato il gestore della pompa di benzina del trevigiano, il 45enne gestore Dario Tiveron– ma di fronte all’ennesimo giochino per forzare il cashback sono rimasto davvero deluso. Stavolta si tratta di due uomini che, complessivamente, hanno effettuato il numero esorbitante di 48 micro transazioni da circa 20 centesimi l’una per nemmeno 15 euro di benzina. Penso si siano fermati solo grazie al passaggio in distributore di altri automobilisti, altrimenti immagino che avrebbero continuato ad oltranza”.
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Agiscono di notte, sempre, per portare a termine indisturbati a propria missione truffaldina. La risposta di tanti benzinai, tra i più colpiti dai furbetti del cashback, è la chiusura delle pompe in orario notturno. Certo non una gran cosa, considerato che per loro stessa ammissione, cosi come racconta il gestore trevigiano, si può andare a svantaggio di chi magari di notte resta senza benzina, rischiando di restare fermo chissà per quanto. Purtroppo, ad oggi, lo Stato non ha fornito una giusta copertura ai gestori delle pompe di benzina in caso di episodi come questi. Il cashback per ora è congelato, sospeso, ma i furbetti, c’è da scommetterci, sono pronti a tornare all’azione.