L’irruzione della Variante Delta continua a spaventare i Paesi che tentano la ripartenza. Ecco da cosa si può individuare (secondo gli esperti).
L’Italia cerca di riprendere in mano il filo della propria normalità, passando tutta in zona bianca (quella di minor fascia di rischio in assoluto) ma anche limitando l’uso delle mascherine all’esterno. A patto che non ci si trovi in situazioni potenzialmente da assembramento. Tuttavia, la prudenza resta essenziale. Anche perché, se è vero che la situazione è complessivamente migliorata, in altri Paesi il livello di guardia è ancora elevato. Colpa della cosiddetta variante Delta, spuntata fuori in India e presente già in diverse Nazioni, tanto da aver reso necessarie in alcuni casi delle nuove misure restrittive.
In Italia, al momento, si procede con cautela. Il Paese, che cerca di ripartire dopo mesi di stagnazione sia di vita che economica, si trova a dover affrontare uno spettro che, per ora, non ha ancora fatto irruzione con violenza. Per questo, nonostante il tentativo di ripresa, si cerca di mantenere la suddetta prudenza. I sanitari invitano a non considerare l’allentamento delle misure come un liberi tutti definitivo. Anzi, l’incoraggiamento è a mantenere alto il livello di allerta e a prendere in esame ogni piccolo sintomo che possa far pensare alla variante Delta.
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Variante Delta, i sintomi: a cosa bisogna fare attenzione
Tre, in particolare, i sintomi che possono lasciar supporre la presenza della variante nel nostro organismo. Tosse persistente, ad esempio, così come febbre e perdita di gusto e olfatto erano stati quelli più indicativi durante la fase più acuta della pandemia da Covid-19. Stavolta, le indicazioni mediche sono diverse. Altri sintomi, altri segnali, all’apparenza anche meno importanti, rappresentano un aiuto considerevole per schiarirci le idee. I dati raccolti dalla piattaforma ZOE Covid Study, nel Regno Unito, spiegano come la Delta sia diversa rispetto alla comune infezione da SarsCov. Le sintomatologie più comuni sono risultate essere mal di testa, mal di gola e naso gocciolante.
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In sostanza, il tutto potrebbe essere bollato come un banale raffreddore. Tuttavia, analizzando i dati di 4 milioni di persone, i sintomi più frequenti della variante sono risultati proprio i più banali. Ma non solo naturalmente. La Delta sembrerebbe portare altri segnali d’allarme, alcuni dei quali simili a quelli che possono verificarsi in presenza di una rinite allergica o di un’allergia stagionale. Possono subentrare febbre e sensazione di stanchezza. La somma di questi elementi, secondo il professor Tim Spector del King’s College di Londra, potrebbe lasciar supporre la presenza della variante Delta. In questi casi, qualora subentrasse un sospetto, meglio contattare il proprio medico e procedere al tampone. Specie se, adottando i rimedi comuni per un raffreddore, i sintomi dovessero persistere.