Brutte notizie per i titolari di conti correnti con saldo negativo, che rischiano di dover fare i conti con delle gravi conseguenze. Ecco cosa c’è da sapere.
I soldi non sono in grado di garantire la felicità, ma aiutano allo stesso tempo a risolvere un bel po’ di problemi. Basti pensare a tutte le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere le mani al portafoglio pur di pagare i vari beni e servizi di nostro interesse. Non stupisce, quindi, che in un momento particolarmente difficile come quello attuale, a causa della crisi economica in corso, siano tante le persone che decidono di tenere i soldi fermi sul conto corrente. Una situazione che porta gli istituti bancari a fronteggiare dei costi di gestione particolarmente alti, tanto da decidere, in alcuni casi, di optare per la chiusura dei conti con oltre 100 mila euro.
Se tutto questo non bastasse, a breve ripartiranno i pignoramenti, mentre dal 1° luglio diventeranno effettive le nuove regole Europee sui debiti che hanno messo in allarme diverse associazioni compresa l’ABI. Una vicenda che non passa di certo inosservata, con molti che iniziano a temere le conseguenze negative con cui ci si potrebbe ritrovare a dover fare i conti in caso di saldo del conto corrente negativo. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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L’EBA European Banking Authority, ovvero l’autorità che controlla e regolamenta il settore bancario europeo, ha imposto nuove regole che prevedono più bassi livelli di soglie di rischio per quanto concerne i limiti delle cifre che possono essere lasciate scoperte sul conto corrente. In particolare tali limiti sono pari a 100 euro per i privati e 500 per conti correnti intestati ad aziende e società. Trascorsi 90 giorni di mancati pagamenti, quindi, la banca provvede a segnalare il cliente in questione alla centrale rischi.
Nel caso in cui un cliente non abbia sufficienti disponibilità liquide sul proprio deposito bancario, ricordiamo, non sono più consentiti gli addebiti automatici. Una situazione in seguito alla quale si rischia di dover fare i conti con il blocco dei pagamenti di utenze e rate di finanziamento. Allo stesso tempo è bene ricordare che la banca, prima di procedere con la segnalazione, valuta se la situazione è risolvibile o meno.
Nella maggior parte dei casi, ad esempio, può capitare che lo stipendio venga accreditato semplicemente con qualche giorno di ritardo, comportando una momentanea indisponibilità. La banca, quindi, potrà evincere che si tratti solo di un caso isolato. Ma non solo, l’istituto di credito può concedere uno sconfinamento ai propri clienti, a fronte di una commissione di istruttoria veloce.
Soffermandosi sui costi, bisogna sapere che un conto in rosso può arrivare a costare anche 50 euro al giorno. La possibilità di sconfinare, inoltre, si presenta come una possibilità che la banca può offrire, ma non è obbligata a farlo, per questo motivo meglio stare attenti.