L’Agenzia delle entrate spia i conti correnti sospetti, questo è risaputo. Tra questi ci sono quelli intestati ai coniugi.
L’Agenzia delle entrate cosi come è noto e come è giusto che sia, studia, analizza e osserva tutti i movimenti sospetti o meno dei cittadini italiani. Un movimento sospetto non deve per forza essere caratterizzato da chissà quale vistosa caratteristica, anzi. Molto spesso i movimenti sospetti navigano nell’apparente calma della consuetudine. Il silenzio in questo caso, metaforicamente parlando, da l’illusione che tutto stia andando bene, e invece.
Fa parte ormai di un comune atteggiamento, abitudine o come si voglia dire, il fatto di intestare ad un coniuge, integralmente o meno, un conto corrente, cosi da avere una ulteriore via di scampo, eventualmente per questioni che riguardano l’evasione fiscale. L’operazione è molto semplice, si produce, si guadagna, non si fattura e si conservano, per cosi dire, gli utili su un conto corrente non intestato all’imprenditore o chissà cosa, in questione.
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L’Agenzia delle entrate, in ogni caso, stando anche ad una serie di sentenze emesse nei mesi e negli anni passati dalla Corte di Cassazione, può liberamente intervenire, senza alcun preavviso quando avverte la possibilità di un illecito o comunque di una movimentazione poco chiara che potrebbe portare a casi di evasione fiscale o comunque in ogni caso di manovre poco chiare per omettere redditi e nasconderne nello stesso tempo la provenienza.
Questa condizione chiarisce una volta per tutte la posizione dell’Agenzia e potrebbe comportare, di conseguenza una maggiore cautela da parte dei cittadini contribuenti nel gestire determinate posizioni ed atteggiamenti. La pena in caso di scoperta di eventuale illecito è chiaramente equiparata a quella di riscontrata evasione fiscale, con tutte le dinamiche che ne conseguono.
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Intestare, o cointestare un conto corrente ad un coniuge per sfruttarne l’ulteriore disponibilità, per cosi dire, per gestire pezzi di reddito, magari non dichiarati, non è sempre una gran cosa e soprattutto lecita. Un bene che questo si sappia e che in ogni caso, l’Agenzia delle entrate, è libera sempre e comunque di intervenire.