E’ una questione atavica: mutuo a tasso fisso o variabile? La vulgata premia la prima soluzione e il trend sembra darle ragione.
Riuscire ad accendere un mutuo è tutto fuorché semplice. I fattori da tenere in considerazione sono numerosi, così come le richieste da parte dell’ente erogatore, al fine di avere le migliori garanzie circa l’effettivo rientro del prestito ingente che si prepara a concedere. Da parte del contraente, invece, una volta consegnata tutta la documentazione necessaria l’attenzione si focalizza sostanzialmente su due cose: l’importo da richiedere e il tasso di interesse applicato. Quest’ultimo, in particolare, costituisce un elemento decisivo per capire quanto, alla fine, il mutuo verrà a costare. Perché si sa, alla cifra concordata va aggiunta anche la percentuale che la banca richiederà sotto forma di interesse.
La vulgata vuole il mutuo a tasso fisso come una soluzione tendenzialmente migliore, proprio per la sua natura immutabile rispetto alla sua controparte variabile. Una soluzione, questa, che potrebbe convenire in un dato momento ma non essere più conveniente qualora dovessero cambiare i numeri degli indici di riferimento. Sì, perché nessuna banca applica tassi a proprio piacimento, ma sulla base di due indicatori precisi: l’Eurirs, per il mutuo a tasso fisso e l’Euribor per il variabile.
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Mutuo, come si sceglie fra tasso fisso e variabile
Non è un caso, forse, che in questo periodo siano i tassi fissi a essere i più convenienti. Questo perché, naturalmente, non subiscono le oscillazioni di mercato e, soprattutto se già stipulati, offrono delle garanzie che possono mettere al riparo il contraente anche dai tassi di inflazione crescenti. Esattamente quello che sta accadendo ora, con l’aumento del costo della vita previsto a causa degli effetti della pandemia. L’Eurirs, da parte sua, resta ai minimi e secondo gli esperti potrebbe scendere ancora. Questo significa un periodo di convenienza maggiore sui tassi fissi anche per chi il mutuo lo sta contraendo ora.
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Allo stesso tempo, anche dall’indice Euribor non arrivano cattive notizie. Anzi, l’introduzione del nuovo sistema di calcolo, a partire dall’inizio dell’anno, garantisce un abbassamento delle rate perlomeno fino alla fine del mese di giugno. Una situazione che, per il momento, rende conveniente anche il mutuo a tasso variabile, fermo restando le maggiori oscillazioni che, con il rialzo dell’inflazione, toccherebbero a chi apre un contratto di questo tipo. Il calcolo dell’indice basato sugli scambi effettivi resta comunque un buon deterrente per chi preferisce la variazione sperando in tempi migliori.