Gli accrediti per chi aveva già beneficiato della prima tranche del fondo perduto non sarebbero ancora sui conti. Il 23 giugno diventa decisivo.
Si lavora al Sostegni bis ma i contributi promessi ancora non arrivano. O meglio, non arrivano quelli che sarebbero già dovuti arrivare perché non connessi (almeno non strettamente) al nuovo decreto. Un giro meno complicato di quanto non sembri. A mancare, almeno per ora, i bonifici che sarebbero dovuti partire d’ufficio, in quanto legati al primo Decreto Sostegni. Fondi sui quali i beneficiari avevano fatto affidamento e che, per il momento, non avrebbero assolto alla funzione prevista per chi è incorso in perdite di fatturato. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, aveva anticipato la data del 16 giugno come giorno d’accredito, almeno iniziale.
Dei bonifici automatici, però, a ora non c’è traccia. E la possibile data del 23 giugno, segnalata come quella dell’avvio delle domande del contributo alternativo per chi ha registrato fatturati in perdita nell’ultimo anno. E, sempre al momento, non sembrano esserci spiegazioni ufficiali a tamponare le lamentele dei beneficiari del fondo perduto. Senza contare che, a breve, dovrebbero arrivare i nuovi contributi previsti dal Decreto Sostegni bis. Una situazione di stallo che non fa bene all’Italia entrata oggi ufficialmente nell’estate 2021.
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E pensare che, per chi aveva già avuto accesso alla prima tranche di sostegni, il nuovo accredito avrebbe potuto rappresentare uno strumento di ulteriore contributo per la fase di ripresa. Un secondo versamento che non ha nemmeno avuto bisogno di effettuare una nuova domanda, considerando che la prima, a meno di mutati requisiti, è stata valida anche per il rinnovo della misura. Una disposizione pensata proprio per semplificare la modalità di accredito e far arrivare tempestivamente i ristori ai destinatari. Un rallentamento, sicuramente, ma per ora non chiaramente identificato. Nemmeno sulla sezione dedicata del sito dell’Agenzia delle Entrate sono presenti aggiornamenti recenti.
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Una situazione che, se da un lato fa preoccupare, dall’altra potrebbe significare che l’intoppo è di poco conto e che verrà presto risolto. Quello che tutti si augurano a questo punto, vista la mancanza di indicazioni concrete. Tenere d’occhio la data del 23 giugno potrebbe essere indicativo: in caso di arrivo dei versamenti, si sarebbe semplicemente allungato il periodo di una settimana, tornando (senza avviso) su una data pensata inizialmente per il fondo perduto. Altrimenti, significherebbe che qualcosa non è andato per il verso giusto e che entrambe le date fossero solamente indicative. Fra due giorni forse se ne saprà di più.