Da Nord a Sud, le principali modifiche ai canali del Digitale terrestre. Il tutto, in attesa di uno switch off che si annuncia movimentato.
Sarà graduale ma inesorabile la rivoluzione del digitale terrestre. Anzi, per la verità il cambiamento è già iniziato e giugno resta il mese principe per veicolare le novità. Negli ultimi giorni si è assistito a qualche modifica, più di qualcuna in realtà, con cambi di numerazioni che hanno riguardato diversi televisori degli italiani. Naturalmente, i cambiamenti non riguardano uniformemente tutti i dispositivi. Per le modifiche generali sarà questione di televisori e adattabilità al nuovo sistema, che punta alla modernizzazione generale dell’intero sistema di fruizione della tv domestica.
Stavolta, però, si cambia a livello interno. Nel Nord Italia, ad esempio, il Mux Videogruppo Piemonte cambia numerazione con Top Planet, scivolata al canale 119 precedentemente occupato da Supercinema 2. Quest’ultimo, a sua volta, scende all’LCN 199. Nel frattempo, sempre in Piemonte, viene registrato il cambiamento di Mux GRP Televisione, che renderà necessaria una risintonizzazione dei canali.
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Digitale terrestre, i cambiamenti della settimana
Ma non è solo il Nord Italia ad avere aggiornato la composizione dei propri canali. Modifiche anche in Sicilia, come riferisce everyeye.it, dove è il Mux Retecapri C a modificare la propria posizione, dopo aver effettuato l’atteso passaggio in alta definizione di La TR3 (risoluzione 1440×1080 pixel). Al Mux in questione, su scala nazionale, si aggiunge Rochannel Diaspora all’LCN 828, con attivazione del servizio HbbTV. Anche qui, la risintonizzazione dei canali è la soluzione migliore per non dover impazzire nel cercare il proprio programma in una mare magnum di canali.
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Del resto, a breve si concretizzerà anche la questione switch off, che porterà il digitale terrestre degli italiani al DVB-T2. Nei giorni scorsi si era parlato di un possibile slittamento dei termini per l’inizio del passaggio definitivo alla nuova risoluzione. Questo perché l’attuale scadenza fissata a settembre 2021 potrebbe causare qualche problema alle famiglie. Almeno a 1,4 milioni di loro, che non potrebbero fruire correttamente del nuovo servizio. Solo un’ipotesi però. Meglio non fare troppi calcoli.