A luglio si parte: via alle chiusure dei bancomat per diversi istituti di credito. Ma l’incubo dei costi può essere scacciato.
La lotta al contante passa dalla chiusura degli sportelli bancomat. Almeno per molte banche sarà così. Lo stop agli sportelli Atm significherà un cambiamento di rotta per molti correntisti, che si ritroveranno impossibilitati nell’effettuare la più comune delle operazioni bancarie. Tutto nell’ottica di un sistema che favorisca i pagamenti tracciabili ma anche, indirettamente, un minore costo per le banche in relazione ai conti correnti. Alcuni istituti di credito, come Ing, hanno già fornito il calendario dello stop ai prelievi, indicando però come provvederanno anche alla chiusura di tutti quei conti ritenuti non fruttuosi o comunque inattivi.
Fra pochi giorni, ovvero con l’arrivo del mese di luglio, parecchi sportelli bancomat verranno disattivati. Per quanto riguarda Ing, saranno ben 63 le casse automatiche che chiuderanno i battenti, mentre il numero delle filiali verrà portato dalle attuali 30 a 23. La mossa riguarderà praticamente tutta Italia e coinvolgerà ben 1,3 milioni di persone. Del resto, la riduzione dei bancomat non è una novità, visto che nel giro di due anni sono diminuiti di oltre 800 sportelli. Le stesse filiali hanno iniziato a erodersi: 3,4% in meno sul territorio italiano rispetto al 2018, per un totale di una banca ogni 2.522 abitanti.
LEGGI ANCHE >>> Bancomat: in arrivo l’applicazione “trova la commissione più bassa”
Bancomat in chiusura, le zone d’Italia più interessate
A voler tracciare un quadro della situazione complessiva del nostro Paese, le zone interessate dalla chiusura di bancomat e filiali sono parecchie. Dalla Valle d’Aosta (74 filiali contro le precedenti 79) alla Liguria, per poi scendere verso l’Abruzzo (-5,7%), con 496 sportelli rispetto ai precedenti 526. Percentuali elevate (all’ingiù) anche in Emilia-Romagna (-5,5%) e Basilicata (-5,4%). Seguono Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Sardegna e Lazio. Nella regione della capitale, la percentuale incide in misura minore ma comunque marcata: -3,5%.
LEGGI ANCHE >>> Spariscono i bancomat, è la fine dei contanti? Come stanno davvero le cose (VIDEO)
Preso atto del piano messo in pratica dal sistema bancario sul territorio italiano, viene da chiedersi quale sia la mossa giusta per evitare lo spettro più spaventoso. Quello delle commissioni naturalmente, applicate per chi persisterà nel voler prelevare denaro contante sia nelle filiali rimaste della propria banca d’appartenenza che, ovviamente, in quelle di altri istituti di credito. La soluzione più logica sarebbe limitare l’utilizzo del contante, dando precedenza a carte di credito, di debito o prepagate. Tuttavia, secondo sos tariffe, una buona soluzione potrebbe essere anche l’apertura di un conto corrente online senza costi aggiuntivi, oltre che la strategia dei prelievi da piccolo importo. Il punto è che alcune banche in chiusura di bancomat applicano commissioni a meno che il prelievo non sia sopra ai 50 euro. A quel punto converrebbe aprire un conto in una nuova banca.