Attraverso il bonus smart working si può ottenere un rimborso per gli strumenti utilizzati per lavorare da casa. Vediamo come funziona nello specifico
In tempo di pandemia sono mutati anche i fringe bonus, ovvero quelli che non prevedono un corrispettivo in denaro, bensì dei beni e dei servizi. Degli esempi classici sono il telefono o l’auto aziendale.
Adesso vanno aggiunti anche altri benefici che vanno di pari passo con le nuove modalità di lavoro. Nel giro di un anno infatti siamo passati allo smart working praticamente senza che ce ne accorgessimo. Al contrario di quanto tutti pensano anche questo “nuovo” modo di prestare servizio comporta dei costi, che alla lunga si fanno sentire.
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Bonus smart working: a chi spetta e come funziona
Per far fronte a questa situazione nell’ultimo decreto Sostegni è stato raddoppiato il bonus smart working che è passato da 258,23 euro a 516,46 euro con possibilità di poterlo spendere per l’intera durata del 2021.
L’ammortizzatore sociale è regolamentato dall’articolo 6, in cui si specifica che si tratta di una forma di welfare esentasse. Vediamo quindi a chi spetta e come bisogna fare per poterlo ottenere.
Al pari di altri fringe bonus spetta a chi percepisce un reddito da lavoro dipendente, quindi quelli che derivano da rapporti aventi oggetto prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica. Devono essere inoltre alle dipendenze e sotto la direzione di altri.
I vantaggi sono per entrambi le parti, visto che in questo modo i lavoratori non devono mettere a disposizione dei beni propri o chiederli ai componenti della propria famiglia e i datori possono beneficiare di agevolazioni fiscali e spese deducibili.
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Questo però può diventare realtà qualora sia il datore a deciderlo. Quindi, per capire se lo si può ottenere o meno bisogna leggere il contratto integrativo dell’azienda. Se lo si riesce ad ottenere lo si può sfruttare fino al 31 dicembre 2021 per allestire in maniera funzionale la propria postazione di lavoro, acquistando sedie ergonomiche, scrivania e lampade.