Cambiano le tasse su conti e carte, con l’addio al contante

Conti correnti e carte, perché pagare l’imposta di bollo, anche quando li usiamo poco? La proposta per il futuro

Carte di credito
Carte di credito (Fonte foto: web)

Il denaro contante verrà usato sempre meno. Un po’ per effetto della tecnologia, un po’ per quello che vuole la BCE, con tanto di cambi per le commissioni. E per questo, è nata persino l’app che ci fa scoprire dove la pagheremo di meno.

E se il contante viene usato sempre meno, ci sono meno prelievi, quindi perché pagare le stesse tasse? Infatti, si pensa di spostare gli equilibri sull’imposta di bollo di 16 euro. Essa, si pagherebbe soltanto in caso di uso.

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Conti e carte, il modo in cui cambia tutto

Il tema è stato toccato all’interno della risposta a interpello 421/2021 dell’Agenzia delle Entrate, sulle operazioni e servizi bancari e finanziari e contratti di credito al consumo. Questo step permette di lasciare più scelta al cliente della banca, sulla decisione della modalità di pagamento da adottare volta per volta. Così, viene praticamente eliminato l’onere fiscale sulle carte di pagamento.
Certo, non è tutto positivo ciò che riguarda lo scarso giro di contante, con le banche che sono praticamente in subbuglio. Di contro, vediamo che il tipo di credito di cui abbiamo parlato, non entrerà nella disponibilità dell’emittente. Vuol dire che non vi saranno interessi per debitori e creditori. Sono inoltre consentite tutte le operazioni, sia di incasso che di pagamento.

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Ormai l’imposta da bollo è conosciuta e accettata da chiunque abbia conti e carte, ma ammonta a 34,20 euro per le persone fisiche e ben 100 euro per aziende e partite IVA. Da ricordare però che se la giacenza media è inferiore ai 5.000 euro, questa non è da pagare. Pertanto, dal conto, spariranno direttamente 8,55 euro ogni tre mesi. Col nuovo sistema però, quest’imposta si pagherebbe solo se il conto o la carte sono effettivamente usati.

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