Il sistema delle pensioni non è ancora stato pienamente rinnovato. E alcuni fronti, come Opzione donna, attendono di conoscere il futuro.
L’impressione è che la riforma delle pensioni sarà necessaria per sciogliere parecchi nodi. Uno di questi riguarda i cosiddetti baby pensionati, ovvero coloro che hanno avuto accesso al trattamento pensionistico in età ancora giovane. Ad esempio, per chi ha ottenuto il pensionamento a 58 anni nell’anno in corso, resta l’incognita su come ci si potrà muovere durante il prossimo anno. Questo perché, al momento, non è ancora chiaro dove, come e in che misura interverrà la riforma del sistema pensionistico. I cui tempi, da rapidi che avrebbero dovuto essere, sembrano ora dilazionati più del previsto.
Allo stato attuale, a fronte di un’anzianità contributiva di 35 anni, una donna ha diritto di andare in pensione a 58 anni di età, qualora sia una lavoratrice dipendente (59 se un’autonoma). Con riferimento all’anno in corso, i requisiti per il pensionamento prima dei sessant’anni devono essere maturati entro il 31 dicembre 2020. In questo modo, di fatto, si potrebbe usufruire di una sorta di decurtazione di quasi un decennio sull’età considerata canonicamente quella delle pensioni: 67 anni. Va ricordato, però, che spesso si va incontro a una decurtazione anche dell’assegno, fino al 30%.
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Pensioni, la riforma che (ancora) non c’è: la situazione di Opzione donna
Il sistema, allo stato attuale, è di per sé poco conveniente, specie se si è in possesso di una carriera lavorativa discontinua. A ogni modo, per la lavoratrice che deciderà di percorrere questa strada, subentrerà la cristallizzazione del diritto. Ossia, una volta maturati i requisiti per il 2021, lo scatto pensionistico potrà essere impiegato anche in un secondo momento (sempre in riferimento alla cosiddetta “Opzione donna”. Andranno comunque considerate le finestre di uscita, di dodici mesi se dipendenti e di diciotto se autonome. Queste le regole valide per il 2021. Sul futuro ancora non c’è tutta questa chiarezza.
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Un’eventuale proroga al 2022 dell’Opzione donna, andrebbe a prolungarne gli effetti oltre le finestre d’uscita previste dal quadro normativo del 2021. Ad esempio, anche se la norma dovesse saltare, a marzo 2022 non ci sarà bisogno di attendere i dodici mesi, in quanto trascorsi, facendo sempre riferimento alle disposizioni in vigore al momento dell’inoltro della domanda. L’attesa riforma delle pensioni dovrà far quadrare i conti anche su questo fronte. Al momento, le regole valgono per chi farà richiesta entro la fine dell’anno. Il resto sarà proporzionato alle nuove disposizioni (che potrebbero essere anche le vecchie).