La Commissione europea ha dettato all’Italia le prime linea da seguire per sanare il proprio debito. Per questo le pensioni sono seriamente a rischio taglio
Il tema delle pensioni sta diventando sempre più spinoso e controverso in Italia. Come se non bastassero già i noti problemi relativi alla linea da seguire dopo Quota 100 ad aumentare il carico ci ha pensato direttamente l’Unione Europea, che ha lanciato una sorta di “avvertimento” all’Italia.
Il Governo Draghi dal canto suo dovrà necessariamente tenerne conto. Nonostante gli strascichi che potrebbe portare per il Bel Paese l’Esecutivo deve cercare di trovare una soluzione che soddisfi l’Europa, anche se significa optare per un modello di austerità non propriamente in linea con le esigenze del momento.
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Pensioni, si va verso il taglio: sindacati insorgono nei confronti dell’Unione Europea
Una situazione che potrebbe scatenare una seria lotta da parte dei sindacati, che non ci stanno e veder lesi i diritti dei lavoratori in questo modo. Quest’ultimi infatti si auspicano una seria riforma delle pensioni con tanto di valida alternativa a Quota 100 che al termine dell’anno uscirà di scena.
Proprio su questo punto si è espresso Luigi Sbarra segretario generale dalla Cisl, il quale ha rimarcato il problema dello “scalone” di fronte a cui i dipendenti italiani si ritroveranno a partire dall’inizio del 2022.
Almeno fino ad una nuova disposizione favorevole bisognerà aspettare il compimento dei 67 anni per andare in pensione. Considerando la possibilità vigente di uscire a 62 anni, ci si ritroverebbe a lavorare per altri 5 anni.
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Tuttavia esistono alcune opzioni che potrebbero rappresentare un’ancora di salvezza per molti contribuenti. Tra queste figurano la Rendita integrativa temporanea anticipata e l’Ape sociale, che però non sono accessibili a tutti.
Non rimane che aspettare il provvedimento definitivo. Nelle scorse settimane si era parlato molto di Quota 41, ma l’ombra dell’Unione Europea potrebbe cambiare radicalmente la situazione.