Il calo del numero delle donne nel mondo del lavoro impone provvedimenti. Uno di questi è un fondo previsto per le casalinghe.
La crisi portata dalla pandemia non ha creato solo nuovi problemi. In molti casi, ha accentuato quelli già esistenti, portandoli a livelli di esasperazione. Per completare il mantra “ne usciremo migliori”, in sostanza, si dovrà lavorare ancora parecchio. Sul piano dell’occupazione femminile, ad esempio, sembra si sia rimasti ancora parecchio indietro. A questo, naturalmente, ha contribuito la logica dello stay-at-home imposta dal Covid-19, specie nel momento in cui le famiglie si sono trovate a dover conciliare smartworking e didattica a distanza dei propri figli.
Una situazione che ha spinto il governo a correre ai ripari, disponendo alcune misure ad hoc per l’occupazione femminile. Sia nel caso in cui le donne abbiano perso il lavoro che lo abbiano svolto in regime domestico. Nel 2017 si parlava di un calo sensibile sull’occupazione, tanto che oltre 7 milioni di lavoratrici, di 60 anni come età media, ha fatto sapere di essere una casalinga. Negli ultimi tempi, per questa particolare figura si è cercato di mettere insieme provvedimenti specifici, soprattutto con l’istituzione di un fondo in grado di garantire una pensione.
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L’occasione si era presentata con il decreto Agosto, risalente a un anno fa e messo a punto dall’allora governo Conte. La logica, invece, era stata quella dell’inclusione lavorativa: da un lato conferendo a quello della casalinga un rango maggiormente autorevole in termini lavorativi, ritenendo di una certa importanza il contributo offerto al welfare familiare con le mansioni domestiche. Dall’altro, favorire parità e accessibilità per l’occupazione femminile, nell’ottica di un inserimento nel mondo del lavoro. Con l’aspirazione, quindi, di correggere gli errori fatti fin qui. Per l’ok definitivo, occorrerà il decreto attuativo del Ministero per la Famiglia e le Pari opportunità ma, a ogni modo, è probabile che entro la fine dell’anno anche il Bonus Casalinghe veda luce.
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Si tratta sostanzialmente di un fondo da 3 milioni di euro annui a favore delle 7 milioni di donne circa che, a oggi, si trovano senza impiego retribuito. Non per questo, però, restano con le mani in mano. Tutt’altro. Adoperandosi come casalinghe, contribuiscono in modo sensibile alla gestione della famiglia e della casa, assicurando quindi le necessarie condizioni di benessere al nucleo familiare. Un lavoro a tutti gli effetti, quindi. Il sostegno in questione permette alle casalinghe di beneficiare di un sostegno e anche di inserirsi in un canale professionale. Per quanto riguarda le condizioni, necessario che non vi sia il godimento di un trattamento pensionistico in forma diretta né l’essere soggetto a vincoli di subordinazione, operando esclusivamente in un lavoro familiare non retribuito.