Redditi che calano, debiti che aumentano e gli aiuti solo un tampone. La pandemia stravolge gli equilibri a lunghissimo termine.
Sarà una risalita lenta e complicata. Lo certificano tutti i numeri, quelli degli esperti e anche i semplici conti domestici che ognuno si fa per conto proprio. Il colpo assestato dalla pandemia è stato di quelli da k.o. E non solo in termini di emergenza sanitaria: la crisi innescata dalla pandemia ha stravolto l’asset generale del Paese, ridotto al lumicino le attività imprenditoriali, in molti casi praticamente azzerando il welfare familiare. Dopo oltre un anno di Covid vale la pena di guardarsi in faccia per capire che il vero conto ancora deve essere pagato.
Non si tratta solo di ripartenza. Quella sì, si può (e si deve) improntare anche e soprattutto tramite gli aiuti. Il Recovery fund, in questo senso, è una grande opportunità, per mettere pezze sulle emergenze ma soprattutto per modernizzare i sistemi obsoleti. Tuttavia, le scorie della pandemia le porteremo a lungo sulla parte di Paese che è motore trainante. La classe media naturalmente. Dati Istat alla mano, la situazione è sconfortante: crollo del Pil pari all’8,8%, più della media dell’Unione europea (-6,2%), per un totale di 156 miliardi di euro evaporati e la prospettiva di recuperarne appena 83 nell’anno in corso.
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Pandemia e welfare, dissonanza cronica: i numeri dell’Istat
Il valore della spesa è calato di conseguenza in pandemia, di oltre 4 mila euro di media. In questo senso, la ripartenza dovrebbe aiutare ma non quanto basta e non nella giusta misura per risolvere sul nascere la questione. La stagione estiva farà respirare ma solo in parte: il saldo negativo di 73 miliardi peserà su tutto il 2022. Le stime di crescita, approntate dalla direzione studi e ricerca di Intesa Sanpaolo, conferma l’andamento così così per l’immediato: +3.7 per cento. Si sale leggermente se il report lo stilano Bankitalia (oltre il 4%) e il governo (+4,5%). Numeri che viaggiano, comunque, su binari paralleli. E comunque sugli stessi trend.
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Il peso, naturalmente, sarà sull’ordinario. Mediamente, gli italiani hanno perso oltre 2.500 euro di reddito annuo nel 2020. E le stime di crescita per il 2021 sono scarne: 1.400 euro appena. Stando così le cose (le ragioni del crollo del welfare familiare sono note), le prospettive non possono essere positive, almeno nell’immediato. Anche perché il tanto discusso stay-at-home ha portato a un inevitabile aumento dei costi, soprattutto delle utenze. Altro che risparmio: quasi 1,4 miliardi di aumento in bollette. E, con l’inflazione per coppie con due figli a +0,8% (Istat), il costo della vita aumenta di 235 euro a base annua. Pandemia e welfare non è una dissonanza ma proprio un’antitesi.