Una truffa andata avanti per cinque giorni e in grado di fruttare quasi 200 mila euro. Ordinanze di custodia cautelare contro tre persone.
Auto spacciate per nuove ma rivendute più volte, attraverso una precisa meccanica truffaldina. Tanto rodata da portare un incasso monstre di oltre 36 mila euro in appena tre giorni. E solo per un’auto. Da una vecchia Yaris della Toyota fino a una Porsche Cayenne, il giro era di quelli grossi. Solo dopo che le manovre hanno insospettito uno dei clienti, pronto per essere il prossimo truffato. Una serie di raggiri andata avanti per cinque giorni, in grado di far accumulare ai truffatori un tesoretto di 185.700 euro, incassati in un concessionario che, in realtà, non esisteva. Una rivendita fantasma che ha prodotto l’arresto di tre persone, le ultime due costituitesi.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Lucia Graziosi. Tre misure disposte, due delle quali riguardanti altrettanti esponenti della famiglia di origine rom degli Horvat, residenti a Trescore Balneario e già noti alle Forze dell’ordine. Il meccanismo messo in piedi si è ripetuto più volte, peraltro coinvolgendo un concessionario “rivale”. I fermati, infatti, fornivano l’indirizzo di un salone auto del tutto estraneo alla faccenda, spacciandolo per il proprio. La loro concessionaria, però, era evanescente. Immateriale, come le auto vendute.
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Auto pluri-vendute e concessionario fantasma: la truffa delle macchine a Trescore
L’accusa del pm è chiara. La truffa era completa, su ogni fronte. Lo stesso concessionario era stato aperto e chiuso nel giro di soli cinque giorni, utili però per mettere a segno una serie di colpi capaci di fruttare la cifra vicina ai 200 mila euro ritenuta proveniente dal raggiro. Diverse le auto coinvolte, una delle quali (una Porsche Cayenne) venduta due volte e un’altra (una Toyota) per tre, per un totale comprensivo degli incassi totali più la caparra da 1.000 euro versata dal cliente che ha annusato la fregatura. L’uomo, infatti, accortosi che qualcosa non andava si è rifiutato di versare il resto, dando il via all’indagine.
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Il tutto sarebbe stato corredato dai mancati versamenti dell’affitto non pagato nella presunta sede del sedicente concessionario. Le auto vengono invece pubblicate su un sito di offerte online, utile per contattare i potenziali acquirenti. I carabinieri hanno effettuato il sequestro di numerosi veicoli ma anche altri beni intestati a prestanome, fra immobili e conti correnti bancari per oltre 2 milioni di euro.