Addio a Quota 100 tra pochi mesi, ed il Governo non ha ancora deciso in che modo cambiare: possibile, la Quota 41
Quota 100, ci saluterà con il 2020. Draghi sta valutando tre ipotesi per il 2022, e molto probabilmente la scelta finale ricadrà su Quota 41. Questa l’idea che piacerebbe a più partiti e porterebbe ad un compromesso giusto, tra attuali lavoratori e Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
Ed allora, ecco la nuova proposta, con la possibilità di salutare il lavoro con 41 anni di contributi. Non è questo però l’unico requisito da rispettare, infatti bisognerà avere 12 mesi di contributi versati, prima di aver compiuto 19 anni, che non devono essere necessariamente continuativi. Bisogna inoltre, far parte delle categorie tutelate, ovvero: disoccupati, invalidi, cargiver, lavoratori usurati e lavoratori gravosi.
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Quota 41 estesa agli altri lavoratori: come
Quota 41 apparterrà tra l’altro soltanto a dipendenti e autonomi con invalidità accertata pari o superiore al 74% e dipendenti e disoccupati che siano stati licenziati o si siano dimessi pe rgiusta causa o risoluzione consensuale. Poi ci sono i caregiver di coniuge o parente di primo grado, conviventi. Infine, i lavoratori che svolgono da sei mesi almeno attività lavorative classificate come usuranti o gravose.
E cosa ne sarà di tutti gli altri? Prima di ritornare su Quota 41, ricordiamo che ci sarebbe anche l’accordo per un altro tipo di uscita anticipata. Sul sistema di Quota 41, invece, questo potrebbe essere esteso anche agli altri, con 42 anni e un mese di lavoro per i lavoratori di sesso maschile e 41 anni e un mese per quelli di sesso femminile.
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Per quanto riguarda l’accoglienza della Quota 41, così, Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero dell’Economia: “Anche noi pensavamo a Quota 41. Non posso che essere d’accordo con la proposta dei sindacati per non tornare alla Legge Fornero”.