Il ritorno del tecnico toscano sulla panchina bianconera, dopo due anni, vale un +2%. Basterà Allegri per la Champions?
La mancata conferma di Andrea Pirlo sulla panchina juventina certifica un dato: a Vinovo la ricostruzione deve essere rapida. E il primo anno senza scudetto, dopo 9 vinti di fila, è costato il posto a un giovane tecnico che pure ha aggiunto alla bacheca della Juventus altri due trofei (Coppa Italia e Supercoppa italiana), oltre ad aver raggiunto la qualificazione in Champions (sia pure all’ultima giornata) e aver piazzato un suo calciatore (Cristiano Ronaldo) al vertice della classifica marcatori. I bianconeri hanno fatto altre scelte: sulla panchina torinese torna Massimiliano Allegri, l’unico in grado di sfiorare il trofeo che la Juve voleva davvero. La Champions naturalmente.
E’ bastato l’annuncio, nemmeno la firma, e il titolo in Borsa della Juventus ha conosciuto ore felici: a due anni dall’addio, con le voci ufficiose di un’intesa fino al 2025, il titolo shizza del 2%, toccando quota 0,7640 euro per azione, per un incremento di capitalizzazione pari a circa 21 milioni di euro. Numeri che hanno portato il club a salire oltre il miliardo di euro come valore, superando nettamente la pur buona chiusura di ieri (994 milioni).
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La Champions, deus ex machina che avrebbe permesso di risollevare l’asset bianconero, duramente messo alla prova dall’investimento oneroso per Cristiano Ronaldo, alla fine non è arrivata. A Massimiliano Allegri il compito di riprovarci, come nel 2015 e nel 2017, quando i bianconeri si erano fermati sul più bello in finale, sotto i colpi del Barcellona prima e del Real Madrid poi. L’ufficialità dell’intesa ha certificato la boccata d’ossigeno del titolo in Borsa ma anche l’ambizione del club di tornare subito a imporsi, sia in Italia che in Europa. Con buona pace di un percorso di costruzione guidato da un allenatore giovane, per il quale proprio la coppa dalle grandi orecchie è risultata fatale.
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E’ stato il flop con il Porto, agli ottavi di finale, a costare tutto a Pirlo. Certo, l’ex regista della nazionale avrà modo di costruire la propria carriera di tecnico in altri club, ma il desiderio di proseguire con la squadra con cui aveva concluso la carriera da calciatore alla fine non si è realizzato. Ad Allegri, un po’ come accaduto con Mourinho alla Roma, è bastato semplicemente l’avvicinarsi a Vinovo per portare i primi benefici. E probabilmente li porterà anche più avanti: da inizio anno, infatti, la Juve aveva perso oltre il 6% di capitalizzazione in Borsa a causa dei risultati sportivi deludenti. Oltre che per il flop Superlega naturalmente. Dal +18% dell’annuncio della creazione al -14% dovuto allo stop. A Max il compito di equilibrare il tutto con le vittorie.