In periodi di difficoltà lavorativa si tende a non fare troppo gli schizzinosi sullo stipendio. Tuttavia, esistono argomentazioni valide per chiedere un aumento.
Quello dello stipendio, in molti casi, è un vero e proprio rebus. Basti pensare al momento in cui si cerca lavoro: non sempre, infatti, le offerte recano in calce quanto si andrà a percepire o, in caso, la cifra indicata potrebbe non corrispondere a quella reale. Per questo, considerando che per la maggior parte si parla di discrezionalità del datore di lavoro, diventa complicato tracciare un quadro anche approssimativo sulla retribuzione ad adeguata alle varie professionalità. Di sicuro, nel momento in cui si sottoscrive un contratto, solitamente ci si conforma allo stipendio percepito senza obiettare.
Questo soprattutto perché, quando si trova un lavoro, si tende a non fare troppo gli schizzinosi, anche se le nostre competenze richiederebbero un trattamento più elevato del pattuito. Perlomeno inizialmente, quindi, non si faranno troppe storie. Diverso il discorso quando il lavoro progredisce, i risultati sono evidenti e derivano proprio dalle competenze applicate al servizio. In quel caso, maturando sia una maggior consapevolezza del proprio ruolo che una più elevata confidenza col contesto lavorativo, avanzare delle legittime pretese potrebbe non essere così arduo.
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Va da sé che richiedere un aumento di stipendio presupponga una buona preparazione, in grado di avanzare delle richieste ben argomentate e supportate da calcoli precisi. Qualora non vengano poste motivazioni sufficientemente articolate, infatti, la richiesta potrebbe avere l’unica conseguenza di creare dissapori. Conoscere le offerte di mercato, ad esempio, è un passo essenziale: alcuni siti internet (come Indeed o Linkedin) sono in grado di dirci con approssimativa precisione quanto il nostro lavoro è valutato nell’ambito del mercato. Questo permetterà di partire da una posizione di vantaggio in una discussione su un possibile aumento.
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Un altro aspetto da tenere in considerazione, assieme ai risultati ottenuti (di fatto la prima argomentazione), è l’utilizzo di offerte competitive. Ad esempio, nel momento in cui un’altra azienda dovesse interessarsi alle prestazioni di un professionista, questo potrebbe utilizzare l’interessamento come chiave di volta per garantirsi un adeguamento. Il timore di perdere un valido elemento potrebbe spingere l’azienda a pensarci bene prima di rifiutare una trattativa. Anche il confronto con i colleghi può essere utile ma solo fino a un certo punto. Meglio puntare su altro qualora le trattative non dovessero andare a buon fine. Oltre all’aumento, infatti, esistono numerose agevolazioni (una flessibilità nell’orario o un periodo di lavoro da casa) da tenere in considerazione. Prima ancora di un possibile incremento di stipendio.