Uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con solo 28 o 30 anni di contributi è possibile. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Il lavoro nobilita l’uomo, consentendo di attingere a quella fonte di reddito necessaria per riuscire a soddisfare le varie esigenze personali. Dall’altro canto non si può negare come spesso si riveli essere anche fonte di preoccupazione, per via degli impegni e scadenze da rispettare. Non crea stupore, quindi, il fatto che molti non vedano l’ora di riuscire finalmente ad accedere al trattamento pensionistico.
In tal senso si resta in attesa di scoprire quali saranno le prossime decisioni del governo a guida Draghi attraverso la riforma delle pensioni che dovrebbe portare con sé delle interessanti novità. Intanto interesserà sapere che anche nel 2021 è possibile uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Ma non solo, in determinati casi è sufficiente aver maturato 28 o 30 anni di contributi pur di accedere alla pensione anticipatamente. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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Come già detto, anche per il 2021 è possibile uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. In particolare i lavoratori disabili o coloro che assistono un familiare con Legge 104 possono usufruire di un bonus che consente di accedere alla pensione anticipatamente.
In tale ambito, ricordiamo, che c’è ancora tempo fino al prossimo 30 novembre 2021 per presentare l’apposita domanda per l’APE Sociale. Tale misura dovrebbe essere rinnovata per il 2022, ma ancora non sono disponibili informazioni certe in merito. A tal proposito ricordiamo che è possibile fare domanda dell’APE Sociale con 63 anni di età. Se si assiste un familiare disabile con Legge 104, inoltre, sono sufficienti 30 anni di contributi.
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Ma non solo, le donne possono usufruire di una sorta di sconto sui contributi. Stando a quanto previsto dalla normativa vigente, infatti, le donne lavoratrici con figli possono beneficiare di una riduzione dei requisiti contributivi. Tale riduzione è pari a 12 mesi per ciascun figlio, con un limite massimo di 2 anni. Questo vuol dire che anziché andare in pensione con 30 anni di contributi, ne risultano sufficienti 28.