In Italia sono sempre di più le banche che chiudono e se non lo fanno, si fondono, ma quanto sarà scomodo per i clienti?
Banche che scappano dal territorio italiano, banche che restano ed istituti che si fondono. Quest’ultima notizia può essere spesso un bene per chi lavora in banca, perché una fusione può anche voler dire nuova linfa, quando magari l’istituto era in difficoltà. Ma i clienti sono felici di tutto questo?
Se è vero che oltre ai bancomat, dall’Italia stanno sparendo proprio le banche, non è nemmeno falso che in tante, stanno tentando di non demordere, costringendo però i correntisti a diversi cambiamenti, vediamo quali.
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Purtroppo se il fenomeno è molto comune e coinvolge tanti istituti in questo momento storico, è anche, anzi, soprattutto colpa della paura del fallimento per tantissime banche di importanza medio-bassa. Soprattutto, queste condizioni hanno portato autorità come BCE ed EBA a puntare sempre di più sulle banche di dimensioni grandi. E le minori? A loro nessuno ha pensato.
Alle banche cosiddette minori, non resta quindi che unire le forze, anche nella speranza che questa mossa, che porta a dei grandi vantaggi fiscali, possa farle sopravvivere. Ma, tornando al tema clienti, non saranno delusi solo dallo scomodo che questo porta, da luglio infatti per tutti i correntisti, cambierà molto. A scontentare i clienti delle banche intenzionate a compiere queste operazioni, sono la scomparsa degli sportelli di riferimento, ma anche i tempi di risposta che vanno ad allungarsi.
Inoltre spesso a cambiare sono anche le coordinate IBAN, per molti, cosa estremamente scomoda. E a doversi preparare per queste eventualità, sono sicuramente i clienti di BPM, prima indiziata all’unione a breve con Unicredit. Sarebbero meno sportelli a chiudere invece, ma non è escluso tutto ciò che risulterebbe scomodo, per la seconda ipotesi, e cioè che BPM si unisca con BPER. Ed ancora, ad unirsi, potrebbero essere anche MPS, Banca Carige e Banca Popolare di Sondrio.