L’exploit di Amazon in pandemia ha portato a un nuovo boom di assunzioni. A rimetterci è soprattutto il settore più in crisi: la ristorazione.
In teoria, la parola “crisi” non si sposerebbe con il nome Amazon. L’e-commerce è praticamente l’unico settore ad aver guadagnato in un periodo di difficoltà economica che ha coinvolto tutte le categorie lavorative immaginabili. Un “aiuto” è arrivato dal lockdown, che ha digitalizzato la vita di tutti noi e rimescolato le carte per quel che riguarda la quotidianità della classe media. Ma cosa c’entra Amazon con la crisi di un settore come quello dell’Ho.Re.Ca. (hotellerie-restaurant-café)? Si tratta in realtà di un effetto riflesso: la domanda online che cresce, quella pratica che scende. Almeno in parte.
Il settore della ristorazione e degli annessi ha conosciuto il suo più grave periodo di crisi. Locali chiusi, lavoratori a casa e guadagni praticamente fermi per un anno. Per molti una batosta impossibile da superare, per altri uno scoglio più simile a un Everest, anche ora che la possibilità di uscire è stata per la maggior parte ripristinata. Il problema, ora, è che la crisi si è trasferita su un altro piano, altrettanto cruciale: i ristoranti non trovano più personale. Un dettaglio non trascurabile del quale, involontariamente, è protagonista anche Amazon.
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Ristorazione, il buco nero dell’occupazione: cosa c’entra l’e-commerce
Non è un mistero che Amazon abbia avviato una massiccia campagna di assunzioni, tanto da provocare una vera e propria frenesia. Merito anche del successo dell’e-commerce e del futuro più leggibile qui che altrove del mercato lavorativo. Una situazione che, naturalmente, non poteva essere compensata dagli interventi a favore dei lavoratori e delle imprese. In effetti, uno dei nodi principali (peraltro già emerso in passato) è quello della competitività. Il ribasso dei prezzi operato dal settore dell’e-commerce, infatti, metterebbe in difficoltà il mercato ordinario, soprattutto in luoghi quali i centri commerciali.
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Anche il livello dei salari rende la lotta impari, potendo Amazon contare su compensi estremamente più remunerativi rispetto a una semplice attività di ristorazione. Senza contare che il colosso di Jeff Bezos è intervenuto anche nel settore alimentare, alzando ulteriormente il livello di concorrenza. Da qui la progressione praticamente mai arrestata con le assunzioni, fino a un aumento del personale del 50% all’interno dei centri logistici. Mediamente, Amazon impiega circa 1.400 nuovi lavoratori al giorno. E si parla già di ulteriori 75 mila nel Nord America. In termini remunerativi, fra un dipendente dell’e-commerce e un cameriere corre un abisso: secondo uno chef di Miami, siamo sui 17 dollari l’ora per l’uno e i 7,25 per l’altro.