Brutte notizie per molti correntisti che a breve potrebbero ritrovarsi a dover fare i conti con una vera e propria stangata. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Il coronavirus è entrato prepotentemente nelle nostre esistenze più di un anno fa, portando con sé delle ripercussioni negative, sia per quanto concerne le relazioni che la gestione delle finanze personali. Molte attività hanno dovuto chiudere i battenti, con sempre più persone alle prese con delle gravi difficoltà nel riuscire a fronteggiare le varie spese. Ne è un chiaro esempio il fatto che circa 830 mila genitori hanno rinunciato a curare i figli a causa della crisi economica in corso. Non stupisce, quindi, che in un momento particolarmente complicato come quello attuale, in molti rivolgano un occhio di riguardo al mondo del risparmio.
La crescente incertezza sul futuro, infatti, porta a tenere i soldi fermi sul conto corrente, in modo tale da poter avere sempre qualche euro in più a disposizione in caso di imprevisti. Se tutto questo non bastasse, sono in molti a temere di dover fare i conti con alcuni debiti pregressi, che possono portare ad un pignoramento del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Una vicenda che coinvolge, purtroppo, un gran numero di persone. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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Il prossimo 31 maggio scadrà il termine di sospensione delle procedure esecutive e pignoramenti. Questo, quindi, vuol dire che dal 1° giugno riprenderà, salvo un’ulteriore proroga dell’ultima minuto, l’attività di riscossione da parte del Fisco. In particolare, stando alle ultime stime, l’Agenzia delle Entrate – Riscossioni si prepara a pignorare circa 9 milioni di conti correnti.
Una situazione che preoccupa tutti coloro alle prese con debiti pregressi con il Fisco, che rischiano pertanto di dover fare i conti con il tanto temuto pignoramento. A partire da giungo, infatti, il Fisco ripartirà con l’invio delle cartelle esattoriali, ma soprattutto con i pignoramenti in corso di avvio e quelli sospesi.
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A proposito di pignoramenti, inoltre, ricordiamo che vi sono alcuni limiti da prendere in considerazione. In particolare, in caso di conto cointestato, il pignoramento non può superare il 50% dell’importo depositato. Per quanto concerne lo stipendio, inoltre, è possibile pignorare solo fino ad un quinto dell’importo mensile netto.