Il Decreto Sostegni bis posticipa l’invio delle nuove cartelle esattoriali di altri trenta giorni, allungando i tempi anche per i pignoramenti.
L’approvazione del Decreto Sostegni bis ha messo in chiaro una cosa: come specificato dal premier Mario Draghi, questo sarà il momento di dare soldi piuttosto che chiederli. Ecco perché l’ok del Consiglio dei ministri porterà un periodo in più di respiro per i contribuenti, con il pagamento delle cartelle esattoriali rimandato al 31 luglio. Un allungamento dei tempi che riguarderà tutti i versamenti sospesi relativi a cartelle di pagamento. Ma anche avvisi di addebito e di accertamento esecutivi da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Per quanto riguarda l’invio di nuove cartelle esattoriali, la sospensione arriverà fino al 30 giugno. Stesso discorso per l’avvio di procedure cautelari o esecutive di riscossione.
In sostanza, il Decreto Sostegni bis porta una proroga per certi versi inattesa. In effetti, dall’1 di giugno erano attesi i pignoramenti e le notifiche varie oggetto di sospensione durante l’emergenza Covid-19. Un prolungamento che sembrava ormai accantonato viste le tempistiche esigue ma che, invece, arriva concedendo altri 30 giorni. Questo per le stesse ragioni che avevano portato alla sospensione: imprese e lavoratori, colpiti duramente dalla pandemia, farebbero fatica a far fronte al pagamento di una cartella.
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Fino alla nuova proroga, si era andato avanti per step. Dapprima era intervenuto l’articolo 68 del Decreto Cura Italia, che aveva sospeso le attività di riscossione dall’8 marzo al 31 maggio 2020. Mentre per coloro residenti in zona rossa la sospensione decorreva dal 21 febbraio 2020. Ulteriori proroghe si sono via via succedute, portando il governo ad allungare i tempi sino al 30 aprile 2021, con stop sia all’invio di nuove cartelle esattoriali che all’avvio delle procedure di pignoramento e riscossione. Nel frattempo, l’esecutivo ha lavorato al taglio dei dossier più vecchi, includendo nella pace fiscale le cartelle esattoriali datate fra il 2000 e il 2010, per un massimo di 5 mila euro.
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Durante il periodo di sospensione fino al 30 aprile, erano state interrotte anche le attività di verifica delle Pubbliche amministrazioni, relativamente alla presenza di debiti non ancora riscossi dall’ente. Allo stesso modo, le verifiche effettuate subito prima dell’entrata in vigore della sospensione avevano perso di valore, anche qualora avessero riscontrato un’inadempienza. Naturalmente, al momento della scadenza della proroga, riprenderanno anche le varie attività di controllo e verifica.