Preoccupazioni in casa dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi: genitori e sorella sono indagati per problemi fiscali
Il periodo, non è dei migliori per Matteo Renzi: già lo scorso marzo, proprio a Renzi fu chiesto di chiarire i suoi rapporti con Salman. Ora, non è il politico, il diretto interessato di indagini per truffa, ma i suoi parenti stretti: sorella e genitori.
Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori appunto, e la sorella, Matilde Renzi, sono indagati per reati fiscali legati alla Eventi 6 srl, vecchia società familiare, che proprio loro hanno condotto per anni, probabilmente non osservando più di qualche regola.
Leggi anche>>> Villetta al mare come prima casa: ecco come pagavano meno tasse
A stabilire che i signori Renzi e la loro figlia finiranno per affrontare un processo, è stato il giudice, Federico Zampaoli, a conclusione dell’udienza preliminare che non ha fatto altro che confermare le accuse da parte della Procura, per dichiarazione fraudolenta con uso di fatture per operazioni parzialmente inesistenti e dichiarazione infedele dei redditi percepiti.
Per ora la famiglia Renzi ha tempo per pensare a come difendersi, visto che ufficialmente, dovranno presenziare in un Tribunale, tra quasi un anno: a Firenze, nel marzo 2022. Purtroppo, molte società sono addirittura aperte sin dal primo momento, con l’aspirazione di compiere delle truffe, come la Start Up che si è rivelata esserlo sin da subito. La sorella di Matteo Renzi, andrà a giudizio solo per esser stata legale rappresentante della società per un breve periodo.
Leggi anche>>> Ponte Morandi, indagati si tutelano: come stanno “salvando” il loro patrimonio
I genitori invece, hanno ricoperto per più tempo le loro cariche. La signora Bovoli, è stata per tutto il tempo, tranne per un breve periodo, l’effettiva legale rappresentante, mentre il marito figurava come amministratore della società di servizi con sede a Rignano sull’Arno. La Guardia di Finanza, sostiene che la Eventi 6 srl, avrebbe procurato delle false passività per una cifra di 5,5 milioni di euro, fino ad evadere tasse per 1,2 milioni. Il tutto, in collaborazione con una società ora fallita e già sotto processo: la Marmodiv.