Brutte notizie per Poste Italiane che è stata di recente condannata a pagare. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa sta succedendo.
Gli ultimi mesi sono stati segnati dall’impatto del Coronavirus che ha portato con sé delle ripercussioni negative sulle nostre vite, sia dal punto di vista sociale che economico. Molte, purtroppo, sono le famiglie a dover affrontare una grave crisi finanziaria, decidendo così di volgere un occhio di riguardo al mondo del risparmio. Allo stesso tempo è bene ricordare che tenere i propri soldi fermi sul conto non risulta sempre conveniente.
In questo ambito, quindi, può interessare sapere che è sufficiente, ad esempio, investire 5 mila euro in alcuni tipi di buoni fruttiferi pur di riuscire a far fruttare i propri soldi. Quest’ultimi, d’altronde, si rivelano essere uno degli strumenti più amati e utilizzati dagli italiani, in quanto permettono di risparmiare i propri soldi all’insegna della massima sicurezza. In alcuni casi, però, le cose non vanno come sperato. Lo sa bene una risparmiatrice che si è ritrovata a dover fare i conti con un rifiuto da parte di Poste Italiane. Ma cosa è successo? Entriamo nei dettagli e scopriamolo assieme.
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Buoni postali, Poste Italiane costretta a pagare: la decisione del Tribunale di Asti
Buone notizie per i possessori di buoni fruttiferi postali serie Q/P. Il Tribunale di Asti, infatti, ha emesso una nuova sentenza che condanna Poste Italiane a pagare. Ma cosa è successo? Ebbene, una risparmiatrice di Barbaresco in provincia di Cuneo era in possesso di 6 buoni postali serie Q/P emessi tra il 6 ottobre 1986 e il 10 agosto 1987. A maggio del 2020 ha ottenuto già una sentenza favorevole dall’Abf di Torino, con Poste Italiane che dichiarò di non voler pagare.
Per questo motivo l’Avvocato Alberto Rizzo, Legale specializzato nella materia del diritto bancario e postale, ha consigliato di portare la questione in Tribunale. Come riportato da InvestireOggi, quindi, il Tribunale di Asti ha emesso a sua volta una sentenza che condanna Poste Italiane a pagare. In questo modo la risparmiatrice potrà riscuotere gli importi riportati dietro la tabella dei suoi buoni fruttiferi postali. Una differenza pari a circa 29 mila euro rispetto all’importo già pagato da Poste pari a più di 46 mila euro.
Una nuova sentenza a favore dei buoni postali serie Q/P che può pertanto rivelarsi particolarmente utile per tutti coloro che si ritrovano in questa situazione, con Poste Italiane che dovrà pertanto rimborsare gli interessi riportati dietro ai titoli. Si tratta, in questo caso, di quelli effettivi dal ventunesimo al trentesimo anno e non quelli riconosciuti inizialmente da Poste.