Lavorare troppo uccide, può sembrare assurdo ma a dirlo è l’Oms. Un principio di verità, quindi, dovrebbe esserci.
Potrebbe sembrare una frase detta cosi, per sorridere, da parte di chi, di lavorare proprio non ha voglia, ed invece nulla sembra essere ironico in questo caso. Uno studio dell’Organizzazione mondiale della Sanità, evidenzia infatti come la prolungata attività lavorativa possa portare nel tempo a disturbi capaci di condurre nei casi più estremi anche alla morte. Si potrebbe persino dire che il troppo lavoro nuoce gravemente alla salute.
Il fatto è che lo stress da lavoro, prolungato nel corso della giornata, sopra le dieci ore per intenderci può portare a problematiche più che serie. Si rischia la vita ad esempio con un ictus. Il problema, di fatto, è il troppo lavoro. Il pericolo è più che altro rivolto a chi lavora troppo già di base e non si attiene per esigenza o per altro alle classiche 34-40 ore di lavoro, arrivando invece a 50 se non di più, settimanali. La questione è molto seria.
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Secondo l’Oms una donna o un uomo che lavorano per 55 ore o più aumento il rischio di rischio di ictus del 35% ed il pericolo di morte del 17%. Questo se si sceglie per qualsiasi motivo, esigenza o meno, un regime lavorativo fortemente logorante, che chiaramente non porterà a condizioni generali di salute vantaggiose. Si pensi soltanto allo stress e si comprenderà quanto questo piccolo fattore possa essere tanto determinante.
La percentuale di persone colte da ictus dopo una settimana di lavoro di almeno 55 ore è cresciuta di quasi il 20%. In un anno, tra ictus e problemi di cuore, nel mondo sono decedute 750mila, tutte che avevano superato la soglia del lavoro settimanale di circa 15 ore.
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Bisogna pensarci bene prima di lanciarsi in giornate lavorative infuocate o in turni infiniti. Il rischio è dietro l’angolo e chiunque, tra noi potrebbe essere travolto dalla smania del troppo lavoro.