Assegno diviso in due, è questa la proposta di Tridico in vista della prossima riforma delle pensioni. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo come funziona.
Gli ultimi mesi sono stati segnati dall’impatto del Covid che continua purtroppo ad avere delle ripercussioni negative sulle nostre vite, sia dal punto di vista sociale che economico. Al fine di limitarne la diffusione, infatti, il governo ha adottato una serie di misure restrittive. Decisioni che costringono molte famiglie a dover fare i conti con una grave crisi finanziaria. Proprio per questo motivo l’esecutivo a guida Draghi è chiamato ad adottare delle misure ad hoc, al fine di favorire la ripresa.
Non si tratta solamente dei vari bonus erogati nel corso dell’ultim anno, ma anche di temi particolarmente delicati come quello della riforma delle pensioni. Il prossimo 31 dicembre, ricordiamo, si dirà addio a quota 100 e per questo motivo sono in molti a chiedersi quali saranno le prossime mosse del governo in merito. Tante, d’altronde, sono le ipotesi in ballo, come ad esempio quella del presidente dell’Inps Tridico. Entriamo nei dettagli e vediamo in cosa consiste.
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Come già detto, il prossimo 31 dicembre terminerà il periodo di sperimentazione di quota 100. Non sarà più possibile, quindi, uscire anticipatamente dal mondo del lavoro all’età di 62 anni, così come previsto da tale misura. Uno situazione che desta particolare interesse, soprattutto dai parte dei soggetti prossimi all’età della pensione, che rischiano pertanto di dover attendere ancora qualche anno.
Proprio in questo ambito è bene ricordare che, nel corso dei prossimi mesi, il governo Draghi dovrebbe approvare una riforma delle pensioni, che dovrebbe portare con sé delle importanti novità. Varie, al momento, sono le ipotesi in ballo, tra qui quella del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che ha di recente sottolineato l’importanza di una riforma di lungo periodo.
In particolare, secondo il numero uno dell’istituto di previdenza, si potrebbe optare per una specie di sistema a doppia uscita, con l’assegno che verrebbe pertanto pagate inizialmente con sistema contributivo e poi retributivo. Entrando nei dettagli, Tridico ha ipotizzato un sistema che permetta di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro all’età di 62-63 anni, con l’importo dell’assegno calcolato con il sistema contributivo.
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Una volta raggiunta l’età di 67 anni, quindi, l’assegno pensionistico verrebbe ricalcolato seguendo i criteri del sistema retributivo. Quest’ultimo, ricordiamo, considera tre elementi, ovvero: anzianità contributiva, retribuzione/reddito pensionabile e aliquota di rendimento. Al momento, comunque, si tratta solamente di una proposta. Non resta quindi che attendere i prossimi mesi per vedere quali saranno le decisioni prese in merito dal governo con la prossima riforma delle pensioni.