La tendenza al risparmio ci accomuna un po’ tutti. Ma la verità è che non sempre si riesce a seguire questa strada. I fattori in campo sono molti e decisivi.
Non esiste una vera e propria logica in grado di regolamentare la tendenza al risparmio propria di (quasi) ogni persona. Sì, ci sono delle regole dell’uso comune (come quella del 50-20-30) o di metodologie legate al risparmio domestico. Ma, trattandosi di denaro, risulta estremamente complicato tracciare un vademecum preciso da rispettare. Tendenzialmente le persone risparmiano in base al loro stipendio, applicando (in questo caso sì) per quanto possibile la logica del 20%: ossia, su un compenso per dire di 1.000 euro, tenersi da parte almeno 200 euro. Questo in linea di massima. Il problema che spesso sorge è quello ordinario: le spese che sopraggiungono, spesso improvvise.
Si pensi ad esempio ai giovani, magari a coloro che, pur conviventi, tirano avanti con l’aiuto di un solo stipendio. In questo caso, già l’arrivo a fine mese sarebbe complicato, figurarsi riuscire a mettere del denaro da parte. Completamente opposto è il discorso per una figura professionale di alto livello che, a meno di clamorose manie, può arrivare a mettere da parte anche delle buone somme. C’è da dire che l’accumulo di risorse su un conto corrente non è sempre una buona soluzione. Anzi, più si sale con l’importo e più c’è il rischio di incorrere in inconvenienti spiacevoli (come l’imposta di bollo).
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Le regole (non scritte) per il risparmio: oculatezza e prudenza
Quale strada, dunque, conviene seguire per ottenere un buon risparmio? La tendenza è storicamente più o meno sempre la stessa: risparmiare solo dopo aver coperto tutte le spese necessarie. Logico, visto che fare calcoli può servire solo fino a un certo punto. Mediamente, il risparmio viene più facile qualora non vi siano spese familiari: ad esempio un single può arrivare a risparmiare anche il 7% di uno stipendio medio da 1.000 euro. Chiaro che più si lavora e più si ha possibilità di acquistare le credenziali giuste per il risparmio.
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Una certa prudenza nelle proprie spese, naturalmente, favorisce anche la conservazione del denaro. Anche l’impiego dei propri soldi su sistemi di rendita che non siano il conto corrente può consentire un risparmio (ad esempio i buoni postali). Non creare i presupposti per la stagnazione del denaro in questo senso è fondamentale. La verità è che non esiste, come si diceva, un trend valido per ogni situazione. Solitamente, l’oculatezza e il sacrificio restano le strade più battute, oltre che le più redditizie. Specie se si ha la fortuna di cominciare presto. Se si parte attorno alla trentina, ad esempio, si potrebbe arrivare a mettere da parte anche il 2% in più della cifra di partenza. Certo, tutto dipende da quanto si riesce a mettere da parte.