Reddito di cittadinanza e pignoramento: il Dl Sostegni sbroglia la matassa

Un emendamento al Dl interviene per chiarire l’impignorabilità del Reddito a fronte di un debito maturato. Un passo avanti deciso.

Reddito di cittadinanza debiti
Foto: Web

Se un quota viene erogata come supporto per difficoltà economiche, può poi essere “aggredita” ai fini dell’estinzione di un debito? Una domanda che è stata posta spesso in relazione al Reddito di cittadinanza, pensato come misura emergenziale e di sostegno per famiglie ma, al tempo stesso, al centro di un dibattito anche giudiziario sulla possibilità o meno di pignorare la somma in caso di inadempienza. A prima vista potrebbe sembrare un’incongruenza. Tuttavia, anche nei giorni scorsi la questione era emersa e proprio nell’ambito di un pronunciamento, in questo caso dei giudici del Tribunale di Trani.

Le toghe hanno infatti stabilito che l’articolo 545 del Codice di procedura civile, nel quale si regolamentano i pignoramenti per debiti, impedendoli in determinate circostanze, non debba contenere una misura come il Reddito. In sostanza, per coloro che si trovano considerevolmente indietro nel saldo, il contributo emesso dal governo potrebbe essere soggetto a questa procedura. E persino senza limiti di sorta. Una notizia che, di per sé, farebbe sobbalzare dalla sedia chiunque, specie in questo momento di così grave difficoltà. Eppure non tutto sembra essere perduto.

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Reddito di cittadinanza e pignoramento: arriva l’emendamento

Sulla questione è intervenuto il legislatore, ponendo il Reddito di cittadinanza proprio fra quei beni dai quali si cercava di escluderlo. Ossia, quelli non pignorabili, nemmeno a fronte di un debito maturato da lungo tempo. La risoluzione dell’intricata matassa è arrivata con un emendamento al Decreto Sostegni a firma M5s, che di fatto cambia le carte in tavola e preclude la misura (voluta proprio dai Cinque stelle) al rischio di procedure di confisca. Stesso discorso per i bonus disposti per l’emergenza Covid. Subentrano quindi quelle motivazioni che, si diceva, davano luogo a un’antitesi. Il Reddito di cittadinanza, in quanto misura di emergenza, presuppone una situazione già complicata.

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In pratica, aver contratto il debito e non averlo ancora saldato non mette in pericolo il contributo del Reddito. Anche perché quest’ultimo è stato pensato per offrire sì un sostegno economico, ma soprattutto in relazione all’acquisto di beni essenziali per coloro che versano in condizioni di povertà. O giù di lì. In fase di conversione, l’emendamento al Dl Sostegni dovrebbe andare definitivamente in porto, chiudendo la questione. Secondo i promotori pentastellati, occorre tenere conto della “natura giuridica e della funzione sociale svolta da questo importantissimo aiuto economico di contrasto alla povertà”. E la decisione di intervenire concretamente è scaturita proprio dalla discrezionalità finora concessa. I detentori del Reddito possono stare tranquilli.

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