Coldiretti lancia l’allarme sulle nuove disposizioni dell’Unione Europea inerenti il vino e la carne. Uno scenario che potrebbe creare non pochi problemi ad alcune eccellenze italiane
Le novità non sempre portano buonumore, anzi alcune volte lasciano in dote diverse perplessità su cui è difficile cambiare idea. È il caso delle proposte varate dall’Unione Europea rispetto ad alcuni alimenti che sia in Italia che nel resto del continente sono praticamente “intoccabili”.
Andando nello specifico, si tratta di vino e carne, per cui il massimo organo politico europeo ha in serbo delle modifiche che già stanno generando numerose proteste. Delle idee che vanno in netto contrasto con la tradizione e che potrebbero avere delle ripercussioni drastiche anche sulla produzione.
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Vino e carne: ecco cosa vorrebbe cambiare l’Unione Europea
Stando a quanto comunicato da Coldiretti, l’UE ha intenzione di allungare il vino con l’acqua e di apporre sulle bottiglie delle etichette che ne scoraggino il consumo, alla stregua di quanto già accade con le sigarette. Una dealcolazione che rischia di stravolgere un vero e proprio marchio di fabbrica del made in Italy.
Tutto in nome di un piano volto a migliorare la salute dei cittadini europei. Entro il 2023 dovrebbe completarsi questa transizione che prevede tra l’altro anche l’indicazione obbligatoria della lista degli ingredienti e dei valori nutrizionali sulle bevande alcoliche.
Per quanto concerne le carni invece, l’obiettivo è quello di disincentivarne l’acquisto e di conseguenza il consumo. Anche in questo caso c’è una finalità ben precisa consistente in una conversione delle persone ad optare per diete a base vegetale a scapito di quelle a base di carne rossa trasformata e salumi.
Senza contare il danno per i consumatori, che in particolar modo per quanto riguarda il vino si ritroverebbero a spendere del denaro, per acquistare di fatto “dell’acqua”. Ma in questo caso il “politically correct” regna sovrano con considerazioni del tipo: “Un vino meno alcolico potrebbe attirare anche gli astemi”.
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Un paradosso di enorme portata se si considera l’apertura dell’Unione Europea ad alcune tipologie d’insetti, che a prescindere dai gusti, in alcuni soggetti possono provocare delle reazioni allergiche dovute ad alcune proteine che contengono al loro interno.