Dal codice ATECO al regime fiscale, ecco cos’è, a cosa serve e come richiedere la partita Iva. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Il lavoro rappresenta senz’ombra di dubbio una parte importante della nostra vita. Proprio grazie alla nostra attività, infatti, possiamo attingere alla fonte di reddito necessaria per riuscire a soddisfare le varie esigenze personali. Allo stesso tempo sono molti i dubbi in merito, come ad esempio cosa sia e, soprattutto, a cosa serva la Partita Iva.
Pur sentendone spesso parlare, infatti, la Partita Iva si rivela essere spesso un argomento sconosciuto. In particolare sono in molti a chiedersi chi debba aprirla e cosa comporta dal punto di vista fiscale e previdenziale. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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Molto spesso si sente parlare di Partite IVA, soffermandosi su possibili contributi, agevolazioni e tasse da pagare. Allo stesso tempo, però, sono molti i dubbi in merito a questo argomento, con tanti che, ad esempio, si chiedono a cosa serva e come funzioni. Ebbene, a tal proposito è bene sapere che la partita IVA deve essere richiesta entro trenta giorni dall’inizio dell’attività.
A tal fine bisogna compilare un modello apposito, a seconda che si tratti di una ditta individuale o di un lavoratore autonomo. È possibile farne richiesta presentandosi fisicamente allo sportello provinciale dell’Agenzia delle Entrate, attraverso lo sportello telematico oppure inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno. In ogni caso la richiesta di apertura della partita IVA è gratuita. Nel caso in cui si rivolga ad un professionista, ovviamente, bisognerà pagare il suo lavoro.
Contestualmente alla richiesta di apertura della partita IVA, bisogna comunicare all’Agenzia delle Entrate il codice ATECO della propria attività. Si tratta, in pratica, di una combinazione alfanumerica dove le lettere indicano il macro settore di attività e quello specifico. I numeri, invece, fanno riferimento all’attività. Viste le sue caratteristiche, quindi, è possibile indicare più codici ATECO per la stessa partita IVA, nel caso in cui si svolgano, appunto, più attività.
Una volta visto cosa sono i codici ATECO, è bene ricordare che in base al nostro ordinamento devono aprire la partita tutti i professionisti, indipendentemente dal fatto che siano iscritti a un albo professionale, che esercitino un’attività lavorativa continuata e abituale per mezzo di una ditta individuale, un’impresa commerciale, artigiana o industriale. Non sono obbligati ad avere la partita IVA, invece, coloro che svolgono attività con una durata inferiore a trenta giorni nel corso di un anno solare, oppure con utili inferiori ai 5 mila euro l’anno.
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A proposito di partite Iva, uno degli argomenti più discussi riguarda il regime fiscale. In particolare, ricordiamo, è possibile optare per il regime forfettario o quello ordinario. Il primo è destinato a chi non supera 65 mila euro di ricavi in un anno. In questo caso viene applicata un’imposta pari al 15%, che scende al 5% per i primi anni di attività.
Dall’altro canto il regime fiscale ordinario è rivolto a coloro che presentano un volume di affari superiore a 65 mila euro. In questo caso le aliquote da versare sono calcolate in modo differente e non è previsto alcun limite di ricavi da rispettare. Allo stesso tempo bisogna fare i conti con alcuni adempimenti, come ad esempio le liquidazioni e i versamenti IVA.